Frey: “Fiorentina, non perdere mai la fiducia! Lafont va sostenuto”
“Le statistiche sono migliorate e c’è ancora tempo per recuperare terreno, questa Fiorentina non deve abbattersi”, apre così Sebastien Frey. L’ex grande portiere della Fiorentina è in macchina quando ci risponde, si ferma e inizia a parlare della sua Viola, analizzando insieme a noi il momento attraversato dalla formazione di Pioli e la prossima sfida del Franchi contro il il Parma, altra squadra del suo passato, dalla quale nel 2005 è approdato a Firenze per cinque milioni e mezzo di euro complessivi. Soldi spesi benissimo, visto il percorso di Frey in maglia viola, tra campionati strepitosi, qualificazioni in Champions League, sempre onorate al meglio e tante parate decisive.
Seba Frey, negli ultimi due mesi i risultati della Fiorentina non sono stati esaltanti, poi sono arrivate due vittorie consecutive. Che cosa ne pensa della squadra di Stefano Pioli?
“Quando perdi l’entusiasmo, a lungo termine perdi anche la fiducia. La Fiorentina deve affrontare una sfida alla volta, ho sentito alcuni ragazzi e mi hanno detto che vogliono ripartire. La vera partita da non sbagliare era il derby con l’Empoli, un crocevia importante anche per il suo significato nell’economia di una stagione. E quello è andato bene. Da lì si è ripartiti, adesso bisogna dare conferme”.
Al ‘Franchi’ arriva un Parma che sta sorprendendo…
“Non hanno paura, sanno osare. La salvezza è solamente un ricordo, a inizio anno l’opinione pubblica lo vedeva lottare per i posti più bassi. Hanno acquistato due o tre giocatori con esperienza e voglia, come Gervinho. È una squadra piacevole da vedere”.
Alcuni giorni fa è tornato a esprimere sui social la tua gioia sull’impresa ad ‘Anfield Road’: che ricordi conserva di quelle cavalcate in Europa con la maglia della Fiorentina?
“Fu una battaglia, cosa eravamo… Loro erano più forti, ma il nostro collettivo faceva la differenza. E non parlatemi di Monaco, non la ricordo volentieri quella trasferta: ce l’hanno rubata quella partita, non a caso l’arbitro è stato radiato. Se l’UEFA intervenne così pesantemente, un motivo ci sarà stato. Non dico che avremmo vinto il trofeo, ma con l’euforia saremmo potuti andare avanti”.
Parma, invece, ha rappresentato una parte comunque importante della sua carriera: cosa ricordi di quei quattro anni?
“Un’esperienza fondamentale, avevo bisogno di serenità per esprimere le mie qualità. All’epoca era tra le grandi del calcio italiano, è una piazza che consiglio a tutti, ci lavori bene e per me, ad esempio, è stata imprescindibile per approdare alla Fiorentina”.
A difendere i pali della porta viola c’è il suo amico e connazionale Alban Lafont: che inizialmente ha avuto problemi, ma oggi sembra averli superati. Lei punta su di lui, giusto?
“Qualsiasi portiere straniero ha avuto un periodo di adattamento. Quello italiano è un campionato complicato, gliel’ho detto ancor prima che venisse alla Fiorentina. E Firenze è una piazza difficile, deve tenere duro. Non ha fatto grossi errori, adesso ha ritrovato la fiducia. Leggo le critiche che gli muovono, è giovane e necessita di tempo”.
Dopo il Parma, la Fiorentina affronterà il Genoa di mister Prandelli, un allenatore che lei conosce molto bene…
“Sono molto contento che Cesare sia rientrato nel giro. L’Italia è la sua realtà, dopo un periodo di riflessione ha optato per la scelta giusta. È un allenatore preparato, parla di calcio. È affezionato alla maglia viola come tutti noi di quella generazione”.
Le hanno affidato il progetto legato alle ‘Legends Viola’: può dirci qualcosa di più?
“Stiamo lavorando, la società farà le dovute comunicazioni quando tutto sarà definito”.
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