Campioni d’inverno
Sarà pure stato un titolo platonico, ma andatelo a raccontare ai tifosi viola che, quel giorno, sognarono di poter finalmente festeggiare il terzo scudetto. Il 17 gennaio del 1999 la Fiorentina sfidava il Cagliari allo stadio Artemio Franchi. Il tecnico Giovanni Trapattoni disponeva di una squadra fantastica e quel giorno schierò Toldo fra i pali, Torricelli, Firicano, Repka e Heinrich in difesa, Oliveira, Cois, Rui Costa e Amoroso a metà campo, Edmundo e Batistuta in attacco. I viola erano primi in classifica e, con un successo, avrebbero chiuso il girone d’andata al primo posto, conquistando il (platonico) titolo di campioni d’inverno, cosa che non accadeva da 17 anni (dal 1981-82, ironia della sorte, proprio dopo una partita casalinga contro il Cagliari). L’impresa non era certo impossibile, dopo appena 7’, sembrò cosa fatta: rete di testa di Batistuta su assist di Rui Costa e 1-0. Eppure il Cagliari non era cliente così facile da domare e al 32’ raggiunse il pareggio con l’uruguagio O’Neill, ribaltando addirittura la partita nella ripresa, grazie al gol di De Patre. Ma, proprio quando sembrava tutto perduto, il brasiliano Edmundo, che fino a quel momento era stato assente ingiustificato, decise di scuotersi dal torpore, saltando due avversari e scaraventando in rete il pallone del 2-2. Poi, su corner di Robbiati, salì in cattedra Batistuta che infilò alle spalle del portiere Scarpi il 3-2 viola. Lo stadio esplose in un boato che tornò, ancora più forte, al 90’ quando il Re Leone firmò il tris della sicurezza. Così la Fiorentina potè laurearsi campione d’inverno e i tifosi sognarono il terzo tricolore, non sapendo che Edmundo stava per imbarcarsi per Rio verso il suo carnevale e la malasorte si sarebbe accanita su Batistuta, fermandolo proprio sul più bello. Ma questa è un’altra storia.
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