Fatih Terim, l’Imperatore che infiammò Firenze
In Turchia lo chiamavano l’Imperatore. Perché il suo carisma in Patria era, ed è tuttora, così forte da mettere in soggezione chiunque osi guardarlo negli occhi. Fatih Terim è un personaggio dalla personalità sconfinata e, quando sbarcò a Firenze nella prima estate del nuovo millennio, se ne accorsero tutti, anche coloro che non ne avevano mai sentito parlare. La Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori si avviava verso la dismissione e il primo dolorosissimo passo era stato la cessione di Gabriel Omar Batistuta alla Roma. Terim fu, invece, ingaggiato al posto di Giovanni Trapattoni che aveva lasciato in eredità la qualificazione in Coppa Uefa. L’Imperatore arrivò seguito da uno stuolo di “cortigiani” tra i quali Reza, il massaggiatore sembrava la sua ombra, Mufit, il suo primo assistente e Shoko, inseparabile interprete. Per una questione di regolamento gli fu messo accanto l’ex viola Antonio Di Gennaro che, ufficialmente, rivestiva il ruolo di allenatore, mentre Terim risultava essere il direttore tecnico. Nello staff anche l’indimenticato Andrea Pazzagli, naturalmente preparatore dei portieri. Interprete a parte, il “Turco” non faticò molto a farsi capire da Firenze, istaurando quasi subito un ottimo rapporto con tutta la tifoseria viola, aiutato da Giancarlo Antognoni con cui nacque un’amicizia inossidabile. I fiorentini lo apprezzarono per la personalità e per quel suo modo di far giocare la squadra, sempre all’attacco, alla ricerca di un gol in più dell’avversario. I metodi di lavoro erano innovativi per l’epoca. Fu lui a far “fasciare” i Campini per nascondere gli allenamenti a occhi indiscreti. Fu sempre lui a portare a Coverciano una “gabbia” per allenare i calciatori al fraseggio sul breve. La “cura” Terim, dopo una fase di rodaggio, dette ei suoi frutti e la Fiorentina di Rui costa, Chiesa e Toldo cominciò a dare spettacolo, soprattutto in Coppa Italia, dove il cammino divenne inarrestabile. Chiedere al Milan che fu letteralmente spazzato via. In campionato, invece, a grandi prestazioni (memorabili il 3-3 a Torino con la Juventus e il 4-0 rifilato sempre al malcapitato Milan) si alterarono incredibili cadute, causate da una tattica fin troppo spregiudicata. Ma a Firenze piaceva così e, quando Vittorio Cecchi Gori decise di rompere il giocattolo, la città insorse. Il 27 febbraio del 2001, dopo l’ennesimo diverbio con il presidente, Terim dette le dimissioni, seguito da tutto il suo staff e da Giancarlo Antognoni che lasciò la Fiorentina in aperto contrasto con il suo presidente. “Rinuncio ai soldi del mio contratto – tuonò Terim – sperando che vengano investiti per comprare un buon giocatore”. Ma non sarà così perché quella società aveva ormai imboccato la strada senza ritorno verso il fallimento. Però, prima del baratro, riuscì a fare il canto del cigno, regalando a Firenze la vittoria della sesta Coppa Italia. L’ultimo trofeo della sua storia, sotto la gestione del giovanissimo tecnico Roberto Mancini. Ma per tutti i tifosi viola quella Coppa è stata vinta da Fatih Terim, E con questo ricordo noi del Brivido sportivo vogliamo fare gli auguri all’Imperatore che oggi (4 settembre) compie 65 anni.
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