Christian Riganò, il bomber venuto dalla polvere che riportò in alto Firenze
Una carriera costruita mattone dopo mattone, come un buon muratore (il suo primo mestiere). Prima mangiando la polvere dei campi di periferia, poi imponendosi a suon di gol nella vecchia serie C. Fino a diventare grande protagonista della resurrezione della Fiorentina, dalle ceneri del fallimento a quella serie A nella quale non avrebbe mai pensato di arrivare.
La storia di Cristian Riganò sembra una favola, ma è vita vera. Vera come la fatica di un ragazzo di Lipari che lavorava duro, spezzandosi la schiena tra calce e mattoni, e che, per rilassarsi, gioca a pallone nella squadra della sua isola. All’inizio fa il difensore, ma un giorno l’attaccante titolare si fa male e il suo allenatore decide di impiegarlo come punta. “E’ grande e grosso… in area si farà rispettare”. E Riganò non solo si fa rispettare, ma comincia anche a segnare gol a frotte. Le reti avversarie si sfondano e lui dà il via al suo viaggio nel mondo del calcio. Da Lipari a Messina, passando per Barcellona Pozzo di Gotto dove, con l’Igea Virtus, disputa il campionato di serie D. I gol segnati sono tanti e il Taranto si convince a puntare su di lui. Christian diventa professionista a 26 anni e pensa di aver toccato l’apice, arrivando in serie C2. Ma non sarà così. I gol continuano ad arrivare, il Taranto sale in C1 e poi sfiora la B, grazie alle 28 reti messe a segno dal suo “bomber muratore”. Un soprannome che gli resterà appiccicato addosso, ma adesso Riganò vive di solo pallone ed entra nel radar della rinata società viola a caccia di un attaccante “di categoria” che possa portarla in fretta in alto. Riganò quasi non ci crede, ma è pura verità. Giovanni Galli, allora diesse della Florentia Viola, lo va a prendere a Taranto, mettendo a segno il colpo più importante della sua carriera dirigenziale. Riganò diventa Riga-gol. Perché continua a segnare tantissimo: 30 gol in 32 partite. La Florentia ridiventa Fiorentina e salta anche la C1, venendo ammessa di diritto in serie B. Un’altra nuova vita per il bomber che la butta dentro altre 23 volte. Reti determinati per la rimonta dei viola, guidati da Mondonico, che agguantano l’ultimo posto utile per la promozione, quello che vale il famoso spareggio col Perugia. Riganò muore dalla voglia di esserci, ma stavolta il destino è beffardo e un infortunio lo toglie di scena proprio sul più bello. Poco male perché ci pensa Enrico Fantini a vestirsi da goleador e la Fiorentina supera l’ostacolo. Così Riga-gol si ritrova catapultato in serie A. Ma non si tratta di un regalo. Ogni scalino per questa incredibile ascesa se l’è costruito con il sudore della fronte, mattone dopo mattone, come un buon muratore. La “prima” nel grande calcio non sarà brillante a causa di fastidiosi infortuni. Christian segna solo 4 reti in 18 gare e l’anno successivo, messo in ombra dalla prepotente stella di Luca Toni, decide di cambiare strada. Empoli, Messina (dove torna grande protagonista segnando 19 gol in serie A), l’esperienza spagnola al Levante fino al graduale ritorno da dove era venuto, a mangiare la polvere sui campi di periferia. Una bella storia di calcio, a forti tinte viola. A Firenze, dove vive e allena, tutti lo chiamano ancora bomber e gli vogliono un gran bene. Anche noi del Brivido che oggi (25 maggio), nel giorno del suo 44esimo compleanno non potevamo non fargli gli auguri. Di cuore!
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