Pruzzo e quell’unico gol viola che condannò la sua Roma
Nello spareggio Uefa del 1989, il vecchio bomber segnò la rete decisiva per la vittoria della Fiorentina
C’era una volta la Coppa Uefa, una manifestazione prestigiosa alla quale tutti i club d’Europa tenevano tantissimo. Già, perché quella coppa era molto diversa dall’Europa League, la sua sorellastra di oggi. In Uefa, infatti, si qualificavano le migliori classificate del campionato ad eccezione della squadra campione d’Italia che disputava la Coppa dei Campioni e della vincitrice della Coppa Italia che veniva inserita nella Coppa delle Coppe. Alla fine della stagione 1989-90, la Fiorentina giunge settima a pari merito con la Roma, ma grazie alla contemporanea vittoria della Sampdoria in Coppa delle Coppe e del Napoli in Coppa Italia, ha la possibilità di giocarsi lo spareggio con i giallorossi per accedere alla Coppa Uefa. Lo stadio prescelto è il Curi di Perugia (un impianto che si rivelerà molto fortunato per i colori viola, anche nella stagione successiva). L’allenatore è Sven Goran Eriksson, ex tecnico proprio della Roma, che aveva guidato per tre stagioni, fino al 1987. Tra i gigliati c’è anche un altro grande ex giallorosso: Roberto Pruzzo, detto o’Rey di Crocefieschi per la sua straordinaria media gol: ben 138 reti nei suoi 10 anni trascorsi nella Capitale. Un bomber ormai sul viale del tramonto che, a 34 anni, aveva scelto Firenze come ultima tappa del suo lungo viaggio calcistico, lasciando Roma dove restava (e resta tutt’oggi) amatissimo. Succede che il 30 giugno, il giorno dello spareggio, Borgonovo (il centravanti titolare della Fiorentina) non è disponibile, così Eriksson decide di schierare proprio Pruzzo, mai a segno nelle 13 presenze in campionato.
La Fiorentina scende in campo con la seguente formazione: Landucci, Mattei, Carobbi, Dunga, Battistini, Pin, Salvatori, Cucchi, Pruzzo, Baggio, Di Chiara. La Roma, allenata dal “Barone” Nils Liedholm, risponde con Tancredi, Tempestilli, Nela, Manfredonia, Collovati, Di Mauro, Gerolin, Desideri, Voller, Giannini, Massaro.
I viola non sono certo i favoriti, tanto è vero che nell’ultima sfida di campionato, giocata un mese prima a Roma, erano usciti sconfitti. Ma la Fiorentina ha Roberto Baggio ed è proprio il numero 10 viola che, al 14’, pennella un assist delizioso per il suo improvvisato compagno di reparto. La palla scavalca Tancredi e Pruzzo può saltare indisturbato e infilare, di testa, nella porta sguarnita. Il bomber esulta, eccome se esulta… a quei tempi non era in voga la moda (ipocrita) di non festeggiare i gol contro le ex squadre. E festeggiano anche i tanti tifosi viola assiepati sulle tribune dello stadio perugino. La Roma reagisce di rabbia e nella ripresa sfiora più volte il pareggio. I giallorossi perdono anche la testa, soprattutto “il Principe” Giannini che viene espulso nel finale. Dopo il triplice fischio dell’arbitro Pezzella di Frattamaggiore, esplode la gioia gigliata. Nessuno ancora lo sa, ma l’avventura in Coppa Uefa, le cui gare casalinghe si giocheranno al Curi per il lavori di ristrutturazione al Franchi, sarà esaltante. La Fiorentina cavalcherà l’Europa, incredibilmente, fino a quella “sporca” finale contro la Juventus del 1990. Ma questa è un’altra storia.
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