Fiorentina-Bologna, figli d’arte contro
Figli d’arte contro. Da una parte Federico Chiesa e Giovanni Simeone, le punte dell’iceberg tra i giovani viola già diventati grandi in prima squadra (sì, perché ci sono anche Hagi e Sottil in attesa di consacrazione), e dall’altra Mattia Destro e Federico Di Francesco. I padri, in un modo o nell’altro, un pezzetto di storia del calcio l’hanno scritto: da giocatori e, in tutti i casi tranne uno, pure da allenatore. Enrico Chiesa, 138 gol solo in Serie A, sul campo ha conquistato una Coppa Italia e una Coppa Uefa col Parma (pure una Coppa delle Coppe con la Samp, ma senza mai giocare) e un’altra coppa nazionale proprio con la Fiorentina, il Cholo Simeone, senza considerare i successi alla guida tecnica dell’Atletico Madrid e la sua carriera in Nazionale argentina, ha messo insieme Liga, Coppa del Re, Coppa Italia, Supercoppa italiana, Coppa Uefa e Supercoppa Uefa. Firenze, con i due ragazzini spregiudicati che fuori dal rettangolo verde amano sfidarsi alla playstation, sogna di divertirsi e magari di riuscire davvero a sollevare finalmente almeno un trofeo. Pure Flavio Destro, protagonista con l’Ascoli in A per quattro stagioni, ha lasciato il segno con l’unico gol realizzato nel massimo campionato che costrinse il Milan al pareggio nel febbraio del 1988. Eusebio DiFrancesco, invece, dopo lo scudetto con la Roma da giocatore, ha proseguito in panchina, accendendo i riflettori su di sé con la favola Sassuolo tanto da conquistarsi la chiamata della Roma. Adesso tocca agli eredi.
I figli, stasera, si daranno battaglia al Franchi. Figli tutti della generazione degli Anni Novanta, Chiesa e DiFrancesco si sono incrociati pure nell’Under 21 di Di Biagio. Il viola è stato cresciuto in casa: Corvino ci ha messo pochi minuti, dopo averlo visto muoversi sui campi della Settignanese per convincersi ad aggregarlo al proprio settore giovanile, mentre l’altro Federico, l’avversario, è stato il primo acquisto dell’era Bigon, uno dei pilastri del Bologna, la squadra di cui è sempre stato tifoso nonno Arnaldo del presente e del futuro. Cholito, dal canto suo, ha già stupito un anno fa, con 12 centri in campionato più uno in Coppa Italia. Non ama fissare record da superare, piuttosto lavora per alzare sempre l’asticella e non deludere nessuno. Intanto un gol in viola lo ha già segnato domenica scorsa a Verona. Ha anche il sogno di conquistarsi la convocazione nella Nazionale Albiceleste, ma sa bene di avere connazionali fortissimi, da Higuain a Icardi passando per Dybala. Sogna ad occhi aperti, ma concentrato sempre per non perdere il contatto con la realtà. Sogna di regalare il primo gol al Franchi davanti ai suoi tifosi e proverà ad inventarsi una esultanza tutta viola.
Firenze, poi, aspetta di conoscere Ianis Hagi, il figlio di Gheoghe, il Maradona dei Carpazi che ha incantato con le maglie di Barcellona e Real Madrid. E’ lo stesso padre, che lo ha visto crescere nella propria accademia, ad essere profondamente convinto delle qualità del ragazzo, ritenute addirittura migliori delle proprie: sarà Pioli a lanciarlo con maggiore continuità sul palcoscenico del calcio che conta. Intanto però c’è da battere il Bologna.
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