Gene Gnocchi: “Firenze ha il palato fino e se vendi uno come Borja Valero…”
Sulle pagine della Gazzetta dello Sport, in questa torrida estate, si è divertito a raccontare le vicende di casa Fiorentina con la sua consueta ironia, mentre oggi, sul Brivido Sportivo, dà un giudizio sulla rosa a disposizione di Stefano Pioli, sul debutto casalingo contro la Samp e sul campionato che attende i viola dopo il pesante ko subito contro l’Inter. Stiamo parlando di Gene Gnocchi, comico, conduttore televisivo, cantante ed ex calciatore.
Gene Gnocchi, forse è stato troppo facile fare ironia sulla nuova Fiorentina?
«Be’ sì, devo ammettere che non è stato troppo difficile. I tifosi viola stanno vivendo momenti difficili, ci sono state tante cessioni importanti e la percezione che si aveva, tra luglio e agosto, era quella che la società volesse vendere tutto il vendibile. Poi, da Ferragosto, sono arrivati anche gli acquisti, ma la “prima” a San Siro è andata malissimo, non vorrei essere nei panni di Pioli…».
Addirittura sembrava in vendita anche l’aria condizionata agli Uffizi…
«Alcuni fatti di cronaca possono essere collegati alle vicende sportive e talvolta vengono fuori cose molto simpatiche». [ride]
A suo parere le cessioni avvenute sono state giuste? Condivide l’operato di Corvino?
«Credo che alcuni giocatori avessero chiuso il loro ciclo con la Fiorentina, quindi, nella maggior parte dei casi, sono state cessioni giuste. Il punto è che Firenze è una piazza incredibilmente esigente, dal palato fine e quindi se parte, ad esempio, un Borja Valero deve arrivare un calciatore come lo spagnolo. La dirigenza viola deve mettere in conto che i tifosi desiderano anche nomi di prestigio. Fare calcio in riva all’Arno è tutt’altro che facile».
Il debutto della Fiorentina è stato disastroso, crede che la squadra viola sia attrezzata per invertire la rotta?
«Corvino ha puntato su molte scommesse… ma è sempre stato un grande scopritore di talenti, il campo dirà se ci ha visto giusto anche questa volta. Ritengo che i viola siano comunque una buona squadra, anche se ci sono delle incognite: alcuni giocatori arrivano da campionati diversi o minori, altri sono molto giovani… Toccherà all’allenatore amalgamare un gruppo che è stato rivoluzionato rispetto a quello gestito da Sousa e cercare di farlo rendere al meglio. Pioli avrà da lavorare. Sarà lui a fare la differenza, in positivo o in negativo».
Alla luce di queste considerazioni, dovesse fare una previsione sull’andamento della squadra viola?
«Al di là della cocente sconfitta contro l’Inter, penso che la Fiorentina possa ancora lottare per un posto in Europa League. Ma potrebbe anche arrivare decima. E’ una incognita».
Oggi al Franchi arriva la Sampdoria. Si aspetta delle sorprese?
«Grazie al cielo il calcio ci regala spesso delle sorprese, altrimenti sai che noia. Oggi mi aspetto una bella partita tra due buone squadre, e spero di divertirmi. I viola partono con il favore dei pronostici ma certo è che per Astori e compagni non sarà una passeggiata di salute battere questa Samp».
Per quanto riguarda le altre di Serie A invece? Lo Scudetto è ancora un affare della Juventus?
«Se mi sta chiedendo se i bianconeri sono i favoriti, direi proprio di sì. Il Napoli però gioca a memoria, non ha cambiato niente e credo si sia avvicinato ai ragazzi di Allegri. Del resto la Juventus, perdendo Bonucci, dietro traballa un po’ e a centrocampo gli uomini sono contati. Sarà una bella lotta per il titolo».
Le milanesi sono rinate? E come vede la Roma?
«Sono positivo sui giallorossi: è vero che sono partiti dei giocatori importanti ma ne sono arrivati di interessanti. E poi Di Francesco sa far giocare molto bene le sue squadre. Per quanto riguarda il Milan non l’ho visto benissimo nel pre-campionato, Montella dovrà lavorare molto perché non è affatto facile cambiare così tanti uomini e avere una identità di gioco. Credo però ci siano le condizioni per fare bene. Sull’Inter, a parte la netta vittoria sulla Fiorentina, invece sono un po’ più scettico, ha fatto dei buoni acquisti ma la Serie A è un campionato duro e certe volte non basta fare un buon mercato estivo».
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