11 maggio 1969: Chiarugi e Maraschi affondano la Juve a Torino. La Fiorentina è campione d’Italia

11 maggio 1969: Chiarugi e Maraschi affondano la Juve a Torino. La Fiorentina è campione d’Italia

 

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Qualsiasi tifoso ha un sogno: veder conquistare lo scudetto dalla propria squadra del cuore. Il massimo, per un tifoso della Fiorentina, è quello di vederlo vincere battendo la Juventus a Torino. Questo sogno, comunque, diventa realtà proprio 48 anni or sono, l’11 maggio 1969, alla penultima giornata, quando i viola battono all’ombra della Mole i bianconeri per 2-0 con gol di Chiarugi e Maraschi nel secondo tempo e si laureano campioni d’Italia per la seconda volta. Contro la Juve va in campo la formazione dei titolarissimi: Superchi, Rogora, Mancin, Esposito, Ferrante, Brizi, Chiarugi, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo (Rizzo). A Torino ci sono circa 15.000 tifosi gigliati, impazziti di gioia così come i tanti rimasti a Firenze. A fine gara i giocatori portano in trionfo l’allenatore Pesaola. Poi in serata la squadra si trasferisce a Milano dove è ospite della Domenica Sportiva, presentata allora da Enzo Tortora. La Fiorentina, in epoca in cui la vittoria viene premiata con 2 punti e non con 3 come adesso, vince il campionato con 4 lunghezze di vantaggio sul Milan e il Cagliari che si piazzano al secondo posto. Rimane in testa alla classifica per 16 giornate su 30, 10 da sola. Vince inoltre 16 partite su 30, di cui 6 in trasferta.

UNA VITTORIA ALL’ESORDIO La Fiorentina debutta con un successo in rimonta per 2-1 sulla Roma all’Olimpico con i gol di Amarildo e Maraschi, quest’ultimo a segno a 5 minuti dalla fine. I viola vincono in rimonta anche alla seconda giornata, battendo al Comunale l’Atalanta per 2-1 (autogol di Signorelli e rigore di Maraschi all’89’) e si ritrovano in testa alla classifica con Milan e Cagliari.

3 PAREGGI E UNA SCONFITTA NELLE SUCCESSIVE 4 GARE La Fiorentina, poi, però, si ferma. Pareggia 1-1 a Cagliari (gol del solito Maraschi) e 0-0 a Firenze con il Milan. E la settimana successiva, alla quinta giornata, il 3 novembre 1968 perde al Comunale con il Bologna per 3-1 (gol gigliato di Maraschi) pur giocando bene. Sarà l’unica sconfitta dell’intero campionato. In trasferta, invece, la squadra di Pesaola rimarrà imbattuta. Poi, dopo il derby dell’Appennino, i viola pareggiano 0-0 a Vicenza e si ritrovano con 7 punti al quarto posto in classifica con Bologna, Verona, Juventus e Palermo a 3 lunghezze dal Milan, 2 dal Cagliari e una dall’Inter.

6 VITTORIE IN 7 PARTITE La Fiorentina, però, cambia passo. Batte la Sampdoria al Comunale per 1-0 con un gol di Amarildo, l’Inter a San Siro per 2-1 con gol di Chiarugi e Amarildo, a Firenze il Verona per 1-0 (gol di Rizzo) e il Napoli per 2-1 in rimonta (reti di Amarildo e Rizzo), pareggia 0-0 a Torino con i granata, vince al Comunale con il Palermo 1-0 (gol di Maraschi su rigore), a Pisa per 1-0 (gol di Amarildo) e a Firenze con la Juve per 2-1 (gol di De Sisti e Maraschi). Dopo il successo contro i nerazzurri agguanta il Cagliari in testa alla classifica e vi rimane anche la settimana dopo.

UN ALTRO MOMENTO DIFFICILE Nelle successive 6 partite la Fiorentina ottiene una sola vittoria e 5 pareggi. All’ultima d’andata con il 2-2 a Varese (gol di Maraschi e De Sisti) lascia per un punto il titolo di campione d’inverno al Cagliari. Poi pareggia anche con la Roma (0-0) al Comunale, nella prima di ritorno. Con il successo a Bergamo per 1-0 (gol di Maraschi), però, riagguanta il Cagliari in testa al campionato. Dopo il pareggio con la squadra sarda a Firenze per 1-1 (gol di Maraschi al 3′ e di Riva all’87’ quando tutti pregustano la vittoria e il sorpasso) viola e rossoblù sono raggiunti al comando dal Milan. Ma con lo 0-0 di San Siro con i rossoneri, sia il Milan che i viola perdono il primato. Alla ventesima giornata poi la Fiorentina pareggia ancora per 0-0 a Bologna.

LE ULTIME 10 PARTITE DA SOLA IN TESTA Il 9 marzo 1969 entra di diritto nella storia del campionato. La Fiorentina batte al Comunale il Vicenza per 3-0 con doppietta di Chiarugi e gol di Maraschi e, approfittando della sconfitta interna del Cagliari con la Juventus, vola da sola in testa alla classifica. Non sarà più raggiunta. Poi pareggia a Marassi con la Sampdoria 1-1 (gol di Ferrante), batte l’Inter al Comunale 1-0 (gol di testa di Chiarugi), pareggia a Verona 2-2 con l’Hellas (gol di Chiarugi e Rizzo), vince al San Paolo con il Napoli 3-1 (doppietta di Rizzo e gol di Maraschi), pareggia 0-0 a Firenze con il Torino e sul campo neutro di Catania con il Palermo e batte il Pisa al Comunale 3-1 (gol di Rizzo e doppietta di Maraschi su rigore). La domenica dopo si laurea campione d’Italia, superando la Juve a Torino 2-0 prima di chiudere il campionato con la festa al Comunale quando vince 3-1 con il Varese (gol di Merlo, Chiarugi e Amarildo su rigore).

UNA ROSA DI SOLO 18 GIOCATORI In 4 disputano tutte e 30 le partite: capitan De Sisti, Ferrante, Maraschi e il portiere Superchi. L’ala Danova gioca solo 2 gare e un’altra ala, Mariani, e il portiere di riserva Bandoni una (quest’ultimo va in campo solo nei minuti finali dell’ultimo incontro con il Varese a Firenze quando i tifosi hanno già iniziato una pacifica invasione). In pratica con solo 15 elementi (7 presenze le vantano Pirovano e Stanzial, 6 Cencetti) Pesaola vince il titolo. E’ una squadra giovane quella viola con un portiere, Superchi (25 anni),che al primo campionato da titolare subisce solo 17 gol (il 18° lo incassa Bandoni). I terzini sono Rogora (31 anni) e Mancin (24). Il primo è più abile in fase difensiva, l’altro in fase di rilancio della manovra. I due difensori centrali sono Ferrante (24 anni), il libero, ovvero colui che sta dietro tutti i giocatori, abilissimo nel gioco aereo e Brizi (27 anni), lo stopper, quello che controlla il centravanti avversario senza peraltro commettere quasi mai fallo. Il centrocampo è il reparto più forte. De Sisti (26 anni) è il regista, il giocatore da cui partono tutte le manovre della squadra, Merlo (22 anni) è il fantasista, Esposito (21 anni) è il cursore e Rizzo (26 anni) è colui che si adatta a fare anche il tornante ed è dotato di un tiro potente. Il centravanti è Maraschi (30 anni) con un fiuto del gol eccezionale. Le ali sono Chiarugi (22 anni), abile nel dribbrilng e capace di conclusioni forti e precise, e Amarildo (30 anni), campione del mondo con il Brasile nel 1962 e dotato di una classe sopraffina.

5 SCUDETTATI AVEVANO VINTO IL TORNEO DI VIAREGGIO Chiarugi, Esposito, Ferrante, Merlo e la riserva Cencetti avevano conquistato la Coppa Carnevale nel 1966. Chiarugi, tra l’altro, aveva segnato anche un gol nella finale. Insomma questo titolo nasce da lontano e dalla filosofia del presidente Nello Baglini che aveva ritenuto che una squadra come la Fiorentina avrebbe potuto vincere solo puntando sul settore giovanile.

PESAOLA Arriva a Firenze a giugno del 1968 e conquista subito lo scudetto con una squadra sulla carta indebolita. Partono i nazionali Albertosi e Brugnera oltre al giovane e promettente attaccante Brugnera e sono acquistati Rizzo e il difensore Stanzial dalla Spal. Pesaola oltre a essere un ottimo allenatore è anche un fine psicologo. Convince i giocatori della propria forza e li carica a dovere. Ha grandi meriti nella conquista del titolo.

ATTACCO E DIFESA Sono solo 7 i giocatori della Fiorentina che segnano in campionato. Il goleador della squadra è Maraschi, autore di 14 reti di cui 4 su rigore. 7 gol li segna Chiarugi, 6 a testa Amarildo e Rizzo, 2 De Sisti e 1 ciascuno Ferrante e Merlo (c’è anche un’autorete a favore dei viola). L’attacco della Fiorentina è, comunque, il quarto del campionato con 38 gol all’attivo dietro quelli di Inter, Cagliari e Verona. La difesa, con 18 reti al passivo, è la seconda del torneo insieme a quella del Cagliari dietro quella del Milan.

Ruben Lopes Pegna

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