Baba e un fuorigioco “televisivo”. Valeri fa bene a non annullare
Atalanta – Bologna 3-2 Russo – Male assistito dall’assistente Pegorin sui primi 2 gol orobici, segnati nel 1° tempo, ci mette del suo anche a livello disciplinare. L’arbitro campano è giunto ormai all’ultima curva della sua carriera, perlomeno quella agonistica, e pur facendo, tutto sommato, una più che discreta stagione, seppur a livello medio/bassi di difficoltà, penso che non sarà rimpianto da molti.
Fiorentina – Inter 5-4 Valeri – Più che sufficiente la direzione dell’Internazionale romano, che dopo un girone di andata molto insufficiente, in quello di ritorno si sta riabilitando. Il rigore dato al 6’ del 2° tempo per un fallo di D’Ambrosio su Babacar ci sta tutto, in quanto il difensore nerazzurro, ingenuamente, tira per la maglia “Baba”, che non fa nemmeno niente, giustamente, per rimanere in piedi. Sul gol del 5-2 dello stesso centravanti viola, la posizione di fuorigioco è solamente “televisiva”, in quanto il corpo dello stesso “Baba” è perfettamente allineato alla linea del pallone, ed ha in posizione “proibita” solo un ginocchio. Ricordiamoci che il guardalinee elettronico ferma l’immagine, mentre quello vero è sempre e comunque in fase dinamica. Le proteste nerazzurre sul recupero mancante, sono figlie solo del derby pasquale, diretto, a mio modesto avviso, non benissimo, da Orsato, mentre Rocchi continua inspiegabilmente a restare ai box. Al 99% comunque nel prossimo turno farà Inter-Napoli, e mi sento di prevedere per lui qualche grossissima soddisfazione in Europa, dove sta facendo benissimo, a breve scadenza.
Juventus – Genoa 4-0 Calvarese – Sul gol (sarebbe stato il 4-0) annullato a Bonucci, sembra che fischi più che altro un “fallo di confusione”. Fa il “fenomeno” facendo una reprimenda, molto vistosa e plateale, a Mandzukic che protesta, forse giustamente… avrei voluto vedere se gliela avrebbe fatta ugualmente sullo 0-0, magari al 90’, ma quasi sicuramente non lo avrebbe annullato, Mister 1 fisso, come lo chiamano i suoi colleghi.
Lazio – Palermo 6-2 Fabbri – Giudica bene le 2-3 occasioni strane, soprattutto le posizioni di fuorigioco presunte, anche perché ben assistito da tutta la sua “squadra”. Pur nel contesto di una “non partita”, dato il divario tecnico e motivazionale fra le 2 squadre scese in campo all’Olimpico… Comunque bravo!
Milan – Empoli 1-2 Gavillucci – Considerato l’ambiente e le aspettative delle 2 compagini… fa una signora gara, sbagliando praticamente niente; e le occasioni per sbagliare, non sono di certo mancate, a cominciare da fuorigioco, rigori, ammonizioni ed anche il recupero, che ultimamente sta diventando un “tormentone”. Bene, quasi benissimo per l’arbitro pontino.
Pescara – Roma 1-4 Irrati – Un unico episodio valutato correttamente per l’avvocato pistoiese, da pochi mesi Internazionale; il gol di Salah dopo solo 2 minuti è da annullare in quanto, seppur di poco, l’attaccante egiziano è davanti a tutti al momento dell’assist di Dzeko. Per il resto normale amministrazione.
Sampdoria – Crotone 1-2 Rizzoli – In maniera unanime, e non è poco, però lascia correre troppo. Siamo tutti d’accordo sul fatto di voler lasciar giocare… però non si può andare da un estremo all’altro. Nel complesso credo che all’ingegnere “mondiale” stiano venendo meno un po’ di motivazioni.
Sassuolo – Napoli 2-2 Damato – Non benissimo l’ex internazionale pugliese. Oltre ad una condotta non proprio esemplare, sullo 0-0, mal supportato da Orsato (forte candidato a dirigere il derby capitolino di domenica prossima, unitamente a Tagliavento, un po’ più defilato) non vede un rigore su Mertens, sgambettato da Dell’Orco, e fortunatamente aiutato in maniera ottimale da Pinzani, n° 1 indiscusso della serie “B” e sempre sottovalutato dai vertici AIA a favore dei vari Peruzzo, Cervellera, Pairetto, che falliscono tutti in maniera miserrima, sul “non rigore” reclamato dal Napoli nel finale di gara.
Udinese – Cagliari 2-1 Marini – Buon debutto dell’arbitro romano, che la porta a casa in modo più che sufficiente. L’importante adesso è continuare con umiltà a lavorare, perché il debutto non sia un punto di arrivo, ma di partenza.
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