Ferrara: “Fiorentina, facci battere forte il cuore”
di Erika Trippi
La Fiorentina ritorna al Franchi dopo la grande vittoria contro la nemica di sempre e questa volta tocca al Genoa. La partita d’andata in terra ligure fu prima sospesa dopo 27’ per la pioggia, poi ripresa tre mesi dopo per giocare i 60’ rimasti. E la Fiorentina uscì dal campo sconfitta. Un motivo in più per “vendicarsi” e ottenere 3 punti.
Della sfida del Franchi, delle emozioni ancora vive della grande vittoria contro la Juventus e degli argomenti caldi del mese di gennaio ne parliamo con Benedetto Ferrara, giornalista fiorentino, tra le grandi firme de “La Repubblica”. Competente, arguto, ironico e dunque molto apprezzato dal popolo viola che lo segue assiduamente anche sui social, Ferrara ci ha concesso un’intervista in cui ci racconta il suo punto di vista sul pianeta Fiorentina.
Benedetto Ferrara, parliamo della bellissima vittoria contro la Juventus, cosa c’è da conservare?
“La vittoria sulla Juve la analizzerei sotto due aspetti: uno emozionale e l’altro tecnico. Sotto l’aspetto emozionale è stato bellissimo rivedere lo stadio pieno, ci ha fatto aumentare i battiti cardiaci. In un calcio fatto solo di soldi, è proprio in partite come queste che si riscopre la passione per questo sport. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, la Fiorentina non ha solo vinto, ma ha dominato la partita. Ha rischiato poco, e questa è una grande novità, anche se viene da chiedersi perché è successo solo contro la Juventus. La classifica non ti fa sognare, ma questa vittoria significa ripartire, ritornare in corsa per qualcosa, come l’Europa League. La vittoria di Verona sul Chievo ha dato un’ulteriore spinta e i diretti avversari non ci sono superiori. L’eliminazione dalla Coppa Italia è stata dolorosa, ma adesso ci si potrà concentrare esclusivamente su due obiettivi, campionato ed Europa League”.
Bernardeschi e Chiesa stanno entusiasmando Firenze, sono loro i pilastri sui quali ricostruire la Fiorentina del futuro?
“Federico Chiesa sicuramente, è un predestinato. Cresciuto bene dalla famiglia, ha un grande senso di gratitudine. Penso che intorno a lui si possa costruire il percorso di rilancio dei giovani italiani. Per Bernardeschi il discorso è più complesso. Lui è stato il punto di riferimento per quelli come Chiesa, ma credo che più che costruirci un futuro intorno, bisogna convincerlo a rimanere qui, andando a creare una squadra più competitiva in modo da fermare un eventuale assalto delle big europee”.
Andrea Della Valle e Giancarlo Antognoni abbracciati in tribuna al Franchi, lo avrebbe mai immaginato?
“Immaginato e sperato a lungo. Antognoni se lo merita per tutto quello che ha fatto con la maglia della Fiorentina e per le scelte che ha fatto per questa città e questi colori”.
Cosa significa e cosa può dare il ritorno Antognoni alla Fiorentina?
“Giancarlo è l’uomo simbolo per i tifosi della Fiorentina. Credo che possa portare più sincerità nei rapporti con le persone. Spero non venga usato come parafulmine. La Fiorentina deve riunire i cuori della città e aggiungere un’identità ed è sotto questo aspetto che può servire Antognoni”.
Cosa pensa di Paulo Sousa, è possibile ancora un suo futuro in viola?
“Credo che abbia azzeccato una partita in un anno, meravigliosa ma una sola partita. Un anno fa si è rotto il rapporto con la società e la squadra, partita dopo partita, ha perso la sua essenza. Sousa ha un carattere che lo porta a comandare e, sappiamo tutti, che in Fiorentina questo non si può fare”.
Se il portoghese dovesse andarsene (come sembra), chi vedrebbe bene come suo sostituto?
“Per ripartire c’è bisogno di un allenatore giovane che riesca a riportare entusiasmo, come fece Montella. Credo che la persona più giusta sia Di Francesco, è un aziendalista, super motivato e creativo. Secondo me è quello che serve a questa squadra e a questa città”.
Cosa fare con Gonzalo Rodriguez, rinnovare o lasciarlo andare?
“I giocatori di esperienza servono sempre. Gli anni passano e Gonzalo non è più quello di quattro, cinque anni fa. Credo ci siano poche possibilità che resti a Firenze, anche perché la Fiorentina gli chiede di ridursi lo stipendio”.
Per concludere, la Fiorentina affronta il Genoa al Franchi, una squadra che ci ha già battuti. Che partita si aspetta?
“Quella di Genova è stata una partita surreale, di sessanta minuti. Il Genoa non credo sia imbattibile, anzi. La Fiorentina se vuole scalare la classifica deve battere il Genoa e se gioca come contro la Juventus ce la può, sicuramente, fare”.
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