Fulvio Bernardini, il “Dottore” del miracolo viola
Fulvio Bernardini, ecco il nome e cognome dell’uomo dei sogni viola. “Fuffo” (questo il suo soprannome) nasce a Roma il 28 dicembre del 1905. Da ragazzo è un ottimo calciatore, ma trova anche il tempo di ottenere la laurea in Scienze Economiche (da lì il secondo soprannome de “Il Dottore”). Gioca in più ruoli, dal portiere all’attaccante, passando per il centrocampista e raggiunge la Nazionale, collezionando 26 presenze. Poi decide di sedersi in panchina e, da allenatore, Bernardini raggiunge vette altissime, entrando nel mito del calcio, grazie al gioco arioso delle sue squadre, votate sì all’attacco, ma sempre ben protette in difesa.
Arrivato a Firenze nel 1953, la costruzione della sua Fiorentina, che diventerà la più grande di sempre, parte proprio dalla linea maginot: Sarti; Magnini, Cervato; Chiappella, Rosetta, Segato. Il disegno tattico era il cosiddetto “Sistema”, allora in gran voga, ma con un correttivo: il libero. Un ruolo che, in viola, veniva interpretato alla perfezione dal Beppe Chiappella che, solo nelle azioni difensive, retrocedeva a vertice basso, spostandosi dal suo ruolo di mediano destro.
L’altra mossa geniale fu quella dell’ala tornate, impersonata da Maurilio Prini, inizialmente inserito per l’infortunio dell’ala Bizzarri e diventato titolare inamovibile per la sua straordinaria capacità di dar man forte al centrocampo e di consentire all’estroso Miguel Montuori di inserirsi in attacco al fianco del centravanti “Pecos Bill” Virgili. Ma Bernardini non era solo uno stratega della panchina, aveva anche un gran fiuto nella scelta dei giocatori e così, quando andò in Svizzera a studiare i Mondiali, se ne tornò con un solo nome annotato sul taccuino: Julinho.
Il brasiliano, insieme a Montuori (pescato in Cile su segnalazione di un prete italiano) sarà l’arma in più di una meravigliosa Fiorentina che polverizzerà tutto i record, vincendo il campionato con 12 punti di vantaggio e perdendo suolo una partita, l’ultima, a Genova contro il Genoa a causa di un arbitraggio incredibilmente di parte (avversa).
Nelle sue 4 stagioni in viola arriveranno il primo tricolore della storia e due secondi posti.
Poi la decisone di separarsi e di accettare l’offerta della Lazio, ma il mito di “Foffo” resterà per sempre nella storia della Fiorentina e di Firenze che non dimenticheranno mai le imprese del “Dottore dei miracoli”.
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