Una Fiorentina divisa a metà, ma… abbiamo Fede
E’ una Fiorentina divisa in due. Per metà arresa agli avversari (nel primo tempo con Inter, Genoa, in Coppa e pure con il Napoli). Per l’altra metà coraggiosa e viva. Capace di recuperare e lottare, sempre a testa alta. Ma divisa anche nei singoli giocatori. In tre settori: i campioncini come Bernardeschi e Chiesa, Kalinic e seppur in maniera meno eclatante nel progredito Maxi Oliveira e nell’eterno Zarate. Nei mediamente positivi, Tatarusanu seppur anche lui con alti e bassi. In Astori, in Vecino, anche in Badelj anche se ultimamente ha lasciato perplessi. Infine nei potenzialmente e spesso disastrosi. Pensiamo sicuramente a Tomovic, certamente pieno di buona volontà, ma anche in terribili cadute nell’abisso. Tutto questo per sottolineare per l’ennesima volta che si tratta di una Fiorentina imperfetta. D’altra parte la classifica parla chiaro: metà strada, da una sponda (lontana) le prime e dall’altra sponda l’esclusione dall’Europa. Fra i campioni mettiamo anche i tifosi, che non mollano mai. Negli imperfetti mettiamo invece l’allenatore.
Ma siamo a Natale e vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Vogliamo metterci sulla stessa linea di Corvino e sposare la tesi che tutto possa essere ancora possibile. Stiamo in scia con Bernardeschi. L’esempio di cui avevamo bisogno. Meno male che Fererico c’è. Al diavolo i pessimismi, quelli che dicevano che era troppo elegante e alla moda, troppo ciuffo e troppa confusione, in campo e fuori. Confuso? No, formidabile, lui si che può far sognare.
I commenti sono chiusi.