Rogora: “Vorrei una Viola più cattiva. Sogno un altro Scudetto”
La Fiorentina cercherà, contro la Sampdoria, di continuare a recuperare punti e posizioni in classifica e di confermare il trend positivo di fronte al suo pubblico. Pubblico del Franchi che avrà l’occasione di omaggiare i grandi protagonisti della passato viola del periodo 1953-1971, anni indimenticabili che hanno portato in dote due Scudetti (1956 – 1969), due Coppe Italia (1961 – 1966) e una Coppa delle Coppe (1961). Il tutto nell’ambito dell’iniziativa, voluta dalla società gigliata per festeggiare i 90 anni del club, che vedrà i campioni viola scendere in campo durante l’intervallo della partita.
Tra questi ci sarà anche Bernardo Rogora, roccioso terzino viola dal 1965 al 1970 e protagonista del secondo Scudetto. Ed è proprio con lui che abbiamo parlato del passato e del presente della Fiorentina.
Bernardo Rogora, in occasione della gara con la Sampdoria tornerà a Firenze, verrà premiato per il suo trascorso con la maglia viola. Cosa significa per lei tornare in quel campo?
«Tornare allo Stadio Artemio Franchi per me è sempre qualcosa di eccezionale, quel campo mi regala emozioni speciali. Sono certo che nel momento in cui calcherò il manto erboso mi tremeranno le gambe, quasi fosse una finale di Champions League. Sarà bellissimo, non vedo l’ora!».
Veniamo alla Fiorentina, come valuta la squadra quest’anno?
«Purtroppo sto vedendo una squadra che fatica a trovare continuità, che ha un rendimento troppo altalenante. Credo che la Fiorentina non sia ancora pronta per fare il definitivo salto di qualità: non so cosa le manca, ma non è pronta. Diciamo che al momento può lottare per le posizioni che vanno dal quarto posto in giù. E lo dico con grande dispiacere, vorrei che i viola vincessero sempre. E’ strano dire una frase del genere, per me che in cinque anni a Firenze non sono mai arrivato dopo il quarto posto. Era un altro calcio e un’altra Fiorentina».
Cosa la sta convincendo di più e cosa di meno della squadra di Sousa?
«Il gioco mostrato nel primo tempo a Bologna mi è piaciuto e credo che si debba continuare su quelle strada. Se però guardiamo le partite precedenti, io che di mestiere facevo il difensore, posso dire che non sono soddisfatto del modo di marcare del reparto arretrato. Mi chiedo come sia possibile difendere a zona sui calci d’angolo, è ridicolo. E lo stesso portiere non mi convince granché: ho giocato con un certo Albertosi e posso dirle che tutto ciò che passava nell’area piccola era suo. Se ci azzardavamo ad entrare in quel rettangolo, ci dava un calcio nel sedere. Tatarusanu, invece, non ha questa personalità».
In questa prima parte di stagione, la Fiorentina manca di continuità, secondo lei da cosa dipende?
«Manca la voglia di vincere tutte le partite, mi sembra evidente. Dopo un successo i calciatori della Fiorentina scendono in campo appagati, senza fame. E se mi posso permettere, senza offendere nessuno, in questo modo mancano di rispetto sia alla maglia, che è sacra, sia ai tifosi che fanno tanti sacrifici. Alcuni giocatori sono anche bravi, ma mancano di cattiveria agonistica. E senza quella non si va da nessuna parte. Mi auguro che le cose cambino, a partire dalla partita con la Sampdoria».
Che ne pensa di Paulo Sousa?
«E’ bravo, ma dovrebbe responsabilizzare di più alcuni suoi giocatori. L’allenatore ha sempre delle responsabilità, sia quando le cose vanno bene che quando vanno male. Ma non concentratevi su quanto urla in campo, è nello spogliatoio che un allenatore deve farsi sentire e seguire».
Vedendo questo inizio di stagione, come crede proseguirà il cammino dei viola?
«E’ difficile fare pronostici per il momento, ma non credo sia saggio aspettarci una grande stagione. Spero nella qualificazione all’Europa League, ma per il mio sogno: festeggiare un nuovo Scudetto, dovrò aspettare ancora…».
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