Sousa azzera i sogni: “Ora sono realista”
“La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?”. Il dilemma di marzulliana memoria non riguarda più Paulo Sousa, almeno a sentire le sue ultime dichiarazioni in sala stampa, alla vigilia della delicatissima partita della Fiorentina a Bologna.
“L’anno scorso ho spinto verso un sogno, adesso spingo verso la realtà – queste le frasi incriminate pronunciate dall’allenatore portoghese – perché mi hanno costretto ad arrivarci a questa realtà. Io sono uno che sogna, ma purtroppo la realtà è cresciuta molto di più di questo sogno. Oggi sono molto più realista rispetto a quando ho mosso i primi passi nella Fiorentina”.
Insomma, Sousa da romantico-idealista si è trasformato in un freddo tecnico “più realista del re”, cancellando con un colpo di spugna i sogni viola.
“Qui a Firenze è inutile sognare…”. Suonano così le parole del lusitano che, per carità, ha anche le sue buone ragioni perché la società, ultimamente, non ha aiutato né lui né la città a sognare. Ma, dopo questa secchiata d’acqua gelida gettata sulle aspirazioni stagionali, sorge spontanea una domanda: che senso ha il gioco del calcio senza sogni? Perché il tifoso viola, come accaduto per l’appunto la notte di mercoledì scorso, dovrebbe continuare ad andare al Franchi a prendersi secchiate d’acqua in testa, senza nemmeno avere la possibilità di sognare? E poi salta sulla punta della lingua un ultimo interrogativo? E’ giusto che un allenatore non illuda i tifosi, ma sono queste le parole più giuste da adoperare alla vigilia del derby dell’Appennino, dopo una scialba prestazione come quella offerta dai viola contro il derelitto Crotone?
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