Viola in bianco, il Franchi fischia e lancia un chiaro messaggio alla squadra
L’unica cosa bella della mattinata dello stadio Artemio Franchi è stato l’omaggio alla memoria degli antichi presidenti viola, poi lo spettacolo in campo è stato deprimente. Il tentativo di Paulo Sousa di rivitalizzare la Fiorentina, aumentandone il peso specifico in attacco con l’inserimento di Babacar al fianco di Kalinic, si è rivelato inutile e, persino, dannoso, visto che la squadra è stata capace di costruire una sola azione da gol nel primo tempo (con il centravanti croato), lasciandosi poi surclassare da un’Atalanta padrona del centrocampo e delle fasce. Lenta, abulica e senza carattere, la Fiorentina si è trascinata fino all’intervallo, salvo avere un sussulto d’orgoglio nella ripresa, anche grazie ai correttivi apportati dal tecnico portoghese, all’ennesima formazione inziale sbagliata di questa prima fase della stagione. Qualche sprazzo dai nuovi entrati Tello e Vecino ha illuso i 27 mila spettatori accorsi allo stadio nella scomoda ora di pranzo, ma la speranza è durata poco anche perché, nella seconda e ultima vera palla da gol costruita dai gigliati, Kalinic ha clamorosamente fallito il bersaglio a pochi passi dalla porta, facendo ripiombare la squadra nella sua malinconica mediocrità. Così, dopo il finale sancito dall’arbitro Damato, il Franchi è esploso in bordate di fischi che, a Firenze, non si sentivano da tempo. Dalla Curva Fiesole il messaggio è stato forte e chiaro: “Fuori le palle, tirate fuori le palle!”. Basterà per scuotere la Fiorentina dal suo inammissibile torpore?
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