Galeone: «Sousa ha capito una cosa semplice, col centravanti forte si vince”
Uno dei decani degli allenatori italiani, ex tecnico dei friulani, parla in esclusiva al Brivido Sportivo: “Il tecnico viola ha sviluppato la cultura portoghese adattandola alla Fiorentina”.
Settimana trascorsa tranquilla per la Fiorentina, senza l’intermezzo europeo al quale era abituata la squadra di Sousa. L’appuntamento contro il Belenenses arriverà giovedì prossimo, quando conterà strappare almeno un pareggio per andare avanti nella seconda competizione internazionale. Adesso, l’attenzione, è puntata sull’Udinese di Colantuono, che veleggia a centro classifica a quota 18 punti e viene da due vittorie consecutive contro Sampdoria ed Chievo. La truppa friulana, dunque, arriva tranquilla al Franchi per giocarsi le sue carte. I viola, dal canto loro, cercano i tre punti per continuare a stare nel gruppetto delle prime in classifica, dopo il pareggio contro il Sassuolo. L’obiettivo è scappare via, mettere fieno in cascina per quando arriveranno tempi ed avversari più duri. Questa settimana, Il Brivido Sportivo, ha intervistato in esclusiva Giovanni Galeone, decano degli allenatori italiani ed ex tecnico anche dell’Udinese, avversario di oggi al Franchi.
Da decano degli allenatori italiani, che impressione ha ricavato nel guardare questa Fiorentina?
«E’ la rivelazione del campionato, indubbiamente. Sousa l’ha pensata e studiata molto questa squadra. A mio avviso ha fatto una cosa molto semplice, ma prima nessuno ci aveva pensato. Lui ha sviluppato la sua cultura portoghese. Da sempre le squadre portoghesi sono bravissime tatticamente e tecnicamente. Coprono sempre bene il campo, l’unica sfortuna dei portoghesi è che hanno avuto pochissimi grandi attaccanti nella loro storia. Sousa ha capito questo ed è andato a cercare un attaccante vero che butta la palla dentro. E’ un concetto di gioco semplice ma efficace, vedo che sono sempre molto organizzati in campo e fanno un pressing ragionato quando non hanno la palla, stile Barcellona, che parte proprio dal centravanti. Mi piace questo modo di fare calcio».
A proposito di Kalinic, lei crede che insieme a Higuain sia il migliore attaccante del campionato?
«Loro due sicuramente sono fra i più forti, ed il terzo è Mandzukic, che ha avuto dei problemi, ma vedrete che adesso verrà fuori. In questo momento credo che Higuain sia il migliore di tutti, ma Kalinic meritava di arrivare in un campionato importante. Con me sfondate una porta aperta, perché quando i cognomi finiscono in ‘ic’ hanno tutti del talento. Sono sempre stato innamorato dei giocatori dei Balcani, intendo proprio tutta la vecchia Jugoslavia. Mi hanno sempre affascinato per la loro tecnica. Kalinic ce l’ha, così come Ilicic».
Da uno straniero ad un italiano. La Fiorentina aspetta ancora Giuseppe Rossi…
«E con lui il salto di qualità sarebbe totale, non solo per la Fiorentina ma anche per la Nazionale. Da quando è rimasto fuori dal Mondiale non si è più ripreso, è un ragazzo che ha un talento incredibile, ma anche altrettanta sfiga. Peccato non poterlo vedere al meglio in campo, sarebbe una gioia per gli occhi, ma abbiamo il dovere di aspettarlo».
Campionato o Europa League, a Firenze i tifosi si sono già divisi. Lei cosa pensa?
«Non si molla niente, mai nella vita. Questi sono discorsi che non mi hanno mai trovato d’accordo, basta guardare la Juventus dello scorso anno, che ha vinto tre titoli su quattro. Dipende dall’organico, certo, ma soprattutto da come riesce l’allenatore a tenere sulla corda il gruppo. Sousa non ha di questi problemi e mi sembra proprio che anche le riserve della Fiorentina siano all’altezza della situazione. Basta solo non sottovalutare gli avversari, come è successo contro l’Empoli. I rischi ci sono in tutte le partite, ormai in Italia anche le piccole squadre sono organizzate tatticamente».
Campionato avvincente, in tante per il titolo. Combatterà anche la Juventus?
«La Juventus è già rientrata nel giro Scudetto, lo dico dall’inizio quando andava malissimo. Ha perso dei punti in maniera pazzesca contro Udinese e Frosinone, ad esempio, ma secondo me dipendeva tutto dalla preparazione per la Supercoppa. Le altre sono lì, come dice la classifica. Quest’anno è un bel campionato e lo sarà fino alla fine».
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