Esiste solo una Fiorentina, bella e convincente
Se una morale esiste nelle sconfitte viola, intendiamo solo quelle amare e difficili da digerire e non certo quelle con Roma e Napoli, è che la Fiorentina, quella bella e convincente è fondamentalmente è… una. Non ci sono due Fiorentine altrettanto forti. Ogni volta che Paulo Sousa si fa convincere a mettere in panchina giocatori che fin qui sono apparsi decisivi (sicuramente Kalinic, ma anche Bernardeschi e perchè no Ilicic), qualcosa si scolla e il bel gioco inizia a trovare delle difficoltà. Questo vale anche difensivamente, in questo caso non parliamo di giocatori specifici del reparto perchè sono talmente pochi che…turnarli è impossibile. Ci riferiamo nello specifico al doppio mediano davanti alla difesa. L’anello debole, diciamolo con sincero dispiacere ma con convinzione, è Suarez. Doveva essere l’acquisto più importante, il colpo dell’estete e fin qui è apparso esattamente l’opposto. Che accanto a Vecino giochi Badelj, oppure sia Borja Valero a lasciare la trequarti per arretrare, il risultato cambia, eccome cambia.
Ma è in avanti che le cose appaiono trasparenti. Intanto Kalinic, l’attaccante sta diventando davvero il leader assoluto del gruppo. Perchè gioca e aiuta la squadra a giocare e poi, cosa fondamentale, segna. Meno male che il suo difetto doveva essere quello di vedere poco la porta. Kalinic timbra il cartellino come i veri bomber. Contemporaneamente si sta confermando il fatto che Babacar lassù da solo non ci può stare. Ha bisogno di un partner per aprirgli spazi o per allentare su di sé la pressione dei difensori avversari. Insomma la sola punta centrale se con Kalinic può avere una giustificazione, senza diventa una sorta di suicidio di massa. Un po’ quello che è successo con l’Empoli, derby avvelenato che comunque è stato, per fortuna, riacciuffato per i capelli. Niente è compromesso, l’Inter è scattata ma le altre sono sempre lì, è bene introiettare la lezione del pari e proiettarsi subito verso la gara di Coppa. Magari partendo proprio dalla lezione di domenica scorsa: c’è una sola Fiorentina, la migliore, se si vuol andare avanti in Europa è bene tenerlo a mente. Dunque pochi cambiamenti dalla squadra titolare e più forte e… Kalinic. Per altro nonostante l’aspetto poco… florido, l’attaccante ci pare solido e coriaceo, un duro. Bene, mandiamolo in campo, anche a Basilea, che con lui tutti ci sentiamo più tranquilli.
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