“Antonio Bassi, la vita ‘azzurra’ di un uomo libero e appassionato”
Il collega David Biuzzi ricorda lo storico giornalista dell’Empoli, anche ex collaboratore del Brivido Sportivo, recentemente scomparso.
Se n’è andato nel sonno dopo oltre 70 anni di vita appassionata, spesa in gran parte a raccontare Empoli e la sua squadra di calcio. Antonio Bassi era nato a Melara, sulle rive del Po, ma aveva messo radici nella città toscana che amava profondamente e nella quale si era costruito la sua grande carriera di giornalista. A Empoli lo conoscevano tutti e per 20 anni era stato caposervizio del quotidiano la Nazione e, dopo la pensione, corrispondente del Corriere dello Sport Stadio oltre che recente e preziosissimo collaboratore del Brivido Sportivo, per il supplemento del nostro giornale dedicato alla squadra azzurra. Un narratore attento, critico e appassionato delle vicende del club empolese che amava “vivere la vita a morsi” come ci racconta il collega, giornalista del Tirreno, David Biuzzi: “Era un uomo appassionato che prendeva fuoco facilmente, soprattutto quando facevano un torto al suo Empoli. Ma era anche un critico attento e molto obiettivo che non si tirava certo indietro se c’era da bacchettare la società per scelte sbagliate”. Tante le sue esperienze prima di intraprendere la via del giornalismo e tanti gli interessi nei settori più disparati: “Da giovane era stato atleta e calciatore di buon livello – continua Biuzzi – anche tra i professionisti, poi aveva fatto l’arbitro. Dopo la laurea in filosofia aveva cominciato a insegnare italiano in un istituto scolastico, ma la sua vera passione è sempre stata il giornalismo. Nei suoi anni da caporedattore alla Nazione seguiva praticamente tutta la cronaca cittadina e lo sport. Poi si è dedicato interamente al suo grande amore: l’Empoli ”. Amore profondo, ma senza mai perdere il rispetto per la vicina Fiorentina: “Prima dell’epopea azzurra e della risalita dalla categorie minori – spiega il giornalista del Tirreno – aveva in simpatia la Fiorentina e anche quando le due squadre si incontravano in serie A non gli ho mai sentito dire niente contro i viola. Semmai ce l’aveva con i potenti e con gli arbitraggi troppo accondiscendenti. Ricordo ancora come andò su tutte le furie per il famoso gol di Bianconi non visto contro la Juventus”. Fino a domenica scorsa era in tribuna al Castellani a seguire il cammino degli azzurri: “Lui c’era sempre – conclude Biuzzi -. Per me, lavorando in un giornale con concorrente, sarebbe stato un ‘avversario’ ma non poteva esserlo perché, al di là di qualche normale discussione, è sempre stato disponibile e prodigo di consigli per i più giovani. Era un personaggio pittoresco che ci affascinava con i suoi racconti. Ricordo ancora quando ci parlava dei suoi viaggi estivi: amava partire da solo in macchina ed è stato capace di arrivare fino in Svezia, girandosela tutta. C’è grande dispiacere per la sua scomparsa, ma credo che se ne sia andato come voleva, godendosi la vita fino all’ultimo minuto senza rimpianti e da uomo libero”.
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