Il momento di voltare pagina
L’umore di una parte della città non si addice al momento della società viola e c’è un rapporto coi Della Valle da ricostruire.
Ogni tanto, nel calcio come nella vita, giunge il momento in cui è davvero opportuno e improcrastinabile voltare pagina. Per la Fiorentina e per i suoi tuoi tifosi questa fase, frequentemente dolorosa, è arrivata.
L’estate è stata davvero balorda, è corsa via sulla tristezza degli addii ed è stata solo parzialmente mitigata dall’entusiasmo di Paulo Sousa, grande ed insospettabile comunicatore. L’allenatore portoghese ha avuto il grande merito di metterci la faccia per tenere unito un ambiente ed uno spogliatoio che si stavano sfaldando.
Dal mercato, dicevamo, una legnata dietro un’altra, pesci in faccia da tutte le parti, neppure un nome che veramente accendesse la fantasia dei tifosi. A Firenze si userebbe il motto tristemente famoso: Mai un gioia!
Alla fine tuttavia possiamo almeno dire (in attesa di valutare gli altri) che stiamo apprezzando un buon Kalinic, giunto per pochi “spiccioli”, ma già integrato nel gioco della squadra e con certissimi margini di miglioramento, anche dal punto di visto realizzativo. Diciamoci la verità: si pensava fosse più scarso. O no?
Neppure le vittorie di prestigio nelle amichevoli con Barcellona e Chelsea, neppure un convincente debutto in campionato contro il Milan spendaccione è servito per invertire il mood della città.
Adesso poi ci siamo tolti altri dubbi: 1) la Fiorentina di quest’anno è davvero quasi sicuramente meno forte di quella dello scorso anno; 2) anche Paulo Sousa, a cui piace molto vincere, sa perdere (già provata l’ebrezza sia in casa che in trasferta); 3) il nuovo gioco della squadra viola è decisamente meno accattivante del vecchio.
E su questo tema, particolarmente dibattuto in settimana, la città vacilla, ondeggia, perde completamente la bussola. A metà agosto i tre anni di Montella erano da buttare perché da allenatore ‘stolto’ “pensava solo ad attaccare e quando si arrivava al dunque la sua Fiorentina si squagliava sempre”.
A metà settembre invece sta aleggiando sul Franchi il fantasma di Trapattoni che si è improvvisamente impossessato di Paulo Sousa e che ci sta propinando una Fiorentina catenacciara.
Schizofrenia tipica di Firenze e dei fiorentini che poco si addice al momento che sta attraversando la squadra e la società viola. C’è poi un rapporto nuovamente da ricostruire con i Della Valle che, di sicuro si sono adombrati di qualche giudizio di “alcuni personaggi molto influenti in città”, ma senza ombra di dubbio sono stati anche molto seccati dagli striscioni esposti dai tifosi. Perché il dissenso non è mai gradito, anche quando si esprime con garbo o con amaro sarcasmo.
L’impressione è che Sousa abbia ricacciato con forza il coperchio sul pentolone in ebollizione, ma che adesso serva qualcuno che spenga definitivamente il fuoco…
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