Le vittorie aiutano Sousa che ha ancora bisogno di tempo per fare il salto di qualità
Paulo Sousa ha chiesto tempo per poter progressivamente costruire una squadra come lui immagina e spera. E grazie a risultati come quello di Carpi il tempo, di fatto, se lo sta creando. A Modena, i viola non hanno certo disputato una grande partita. Non sono stati divertenti, travolgenti, entusiasmanti, ma resta il fatto non trascurabile che si sono portati a casa tre punti e che ora sono in classifica in una posizione sicuramente importante. Da lassù, è chiaro che Sousa può guardare la sua Fiorentina con più serenità e dunque cercare di vedere le imperfezioni trovando subito la soluzione per andare a ritoccarle. Certo che questa squadra è assai imperfetta dal punto di vista della costruzione del gioco ma anche nella tenuta stagna e nella capacità di costruire la partita. Tatarusanu è un ottimo portiere: col Carpi ha in più occasioni salvato il risultato. Babacar ha dimostrato, nonostante i continui rimbrotti, che quando vede la porta non ce n’è per nessuno. Due partite e due gol.
Se si pensa all’errore di Borriello e all’occasione mancata di Matos si capisce perché ha vinto la Fiorentina e non il Carpi. Bisogna complimentarsi piuttosto con Borja Valero, un giocatore che quando scende in campo dà tutto se stesso a costo di chiudere il match sulle gambe: corre, aiuta i compagni, imposta, costruisce. E’ un monumento al gioco del pallone. Bisogna, però, cominciare a riflettere sul fatto che questo splendore rischia di finire presto la benzina. Andranno studiate e verificate a fondo le pieghe della squadra per trovare qualcuno in grado di dargli il cambio, perché è sempre costretto a giocare in tutte le condizioni e contro chiunque.
Crediamo che giudizi positivi li meriti anche Bernardeschi che si mette in gioco, lotta, arretra, cerca di dare mano. Ma poi ci sono anche i segnali negativi. La difesa ha problemi, è una coperta corta: a volte gioca bene Roncaglia (come nell’ultimo match) ma cedono Tomovic e Gonzalo Rodriguez, altre accade il contrario. Siamo in attesa, poi, di capire chi sia Gilberto, un giocatore fin qui inconcludente, che occupa il suo posto ma che non si sa chi davvero sia. Poi c’è Suarez, centrocampista arrivato al suono delle fanfare ma che per ora ha dimostrato poca grama. Corre poco, poco intercetta, costruisce ancora meno: è un calciatore anonimo, di certo non quello che si aspetta Sousa. Ci sono anche altri aspetti da migliorare, ma la squadra vincendo riesce progressivamente ad andare a tamponare le cose che funzionano meno, compreso il recupero di Pepito, che si impegna ma è ancora lontano dalla condizione. Vincendo si costruiscono condizioni per fare il salto di qualità, per questo il tecnico portoghese è contento. Firenze si accontenta: il bomber ce lo abbiamo e la squadra sta ai vertici. Per migliorare c’è sempre tempo.
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