Gomez non capito la Viola e la Viola non ha capito Gomez
Mario Gomez ha rappresentato per i tifosi viola il sogno di poter mettere le mani sul terzo scudetto. La verità, cruda, è questa. La delusione, per il suo flop clamoroso, è stata dunque terrificante.
Quel pomeriggio di luglio, sotto il sole rovente, Bastian Contrario si buttò con un microfono in mezzo ai 25 mila in delirio e rimase travolto dall’entusiasmo dei fiorentini. Si convinse che il sogno di una vita, il terzo scudetto, poteva diventare realtà. Quel giorno tutti eravamo sicuri che Gomez sarebbe stato un crack nel calcio italiano. Venivamo dalla prima esaltante stagione di Vincenzo Montella, l’acquisto di SuperMario suturò la ferita per lo scippo del piazzamento Champions. Tutti credevano che con un centravanti come Gomez la Fiorentina sarebbe diventata pressoché invincibile.
Adesso siamo ai titoli di coda, ma vorrei proporre ai lettori del Brivido uno spunto di riflessione. Il panzer nella sua carriera ha segnato 87 gol in 156 partite con la maglia dello Stoccarda, 113 gol in 174 partite con la maglia del Bayern Monaco, 25 gol in 59 partite con la maglia della Nazionale. Questo è stato Gomez, prima di arrivare alla Fiorentina, una squadra fortemente voluta e per la quale, vale la pena ricordarlo, il calciatore si è ridotto l’ingaggio di abbondanti due milioni l’anno.
Con la maglia viola i suoi numeri sono disastrosi: praticamente demolito dagli infortuni, SuperMario ha messo insieme la miseria di 14 gol in 47 partite. Ma è interessante andare a ricostruire in che maniera ha trovato la via della rete Gomez. Si fa presto, purtroppo. La sua prima volta in casa del Genoa, cross basso sul primo palo di Pasqual e pallone scaraventato alle spalle di Perin. Bis immediato su rigore. Lunga attesa fino al gol più importante, quello segnato a Buffon nella gara d’andata degli ottavi di Europa League su assist delizioso di Ilicic. Replica immediata pochi giorni più tardi contro il Chievo: ancora passaggio vincente dello sloveno, 4° e ultimo sigillo stagionale di Mario. Il letargo di inizio campionato si interrompe a Cagliari su assist di Joaquin. Poi il periodo migliore, dalla metà di gennaio fino a tutto marzo di quest’anno, momento stellare che inizia con una deviazione fortuita in campionato contro la Roma su tiro di Pizarro, prosegue con la doppietta dell’Olimpico ancora contro i giallorossi (entrambi i gol su cross di Pasqual) e si chiude con la doppietta di Udine, ancora grazie a due assist di Ilicic.
Mario Gomez segna ancora grazie ad una deviazione in Coppa Italia con l’Atalanta e poi su assist di Badelj. Sempre il croato lo lancia nella meravigliosa cavalcata che punisce il Tottenham. L’ultimo centro, contro la Dinamo, quando Mario si butta a corpo morto su un tiro cross di Joaquin e nel tentativo di stopparla, la devia alle spalle di Shokovsky. Ricapitolando: 14 gol, di cui 4 su assist di Ilicic, 3 su assist di Pasqual, 2 su assist di Badelj e di Joaquin. Metà delle reti del tedesco sono arrivate dunque grazie ai suggerimenti di Ilicic e Pasqual. Con cui nell’ultimo mese e mezzo, quello del collasso viola, Gomez non ha mai giocato. Probabilmente Mario non ha capito la Fiorentina, sicuramente la Fiorentina non ha capito niente di lui. Andrà via, vedrete, e ricomincerà a segnare.
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