Una vittoria, due missioni
Giocare ogni tre giorni è certamente stressante, ma ci sono anche vantaggi: uno di questi è la possibilità di tornare subito in campo per dimenticare. Perché dimenticare adesso è il verbo da declinare. Dimenticare quattro giorni di disfatte totali per i viola: sei gol subiti – diciamo sette perché la rete di Higuain a Napoli era da convalidare -, quasi zero le occasioni create – consideriamo i gol annullati a Salah e Gonzalo nella sfida con la Juventus – e un vuoto pneumatico di gioco. Una squadra che ha smarrito l’anima. Ecco la missione a Kiev: ritrovare subito la propria anima.
Si può perdere, eccome, ma non nel modo come lo ha fatto la Fiorentina con Juve e Napoli. Inaccettabile.
Che è successo ancora non lo abbiamo capito, ma l’importante è che lo comprenda Vincenzo Montella. Sarà lui a dover ribaltare questa squadra, ridandole quelle convinzioni che le avevano consentito di scalare posti in classifica.
L’Ucraina diventa un test utilissimo e da superare assolutamente. I Della Valle, per altro fino ad ora molto comprensivi, non accetterebbero un nuovo passo falso. I quarti di finale di Europa League rappresentano un traguardo che la Fiorentina ha ampiamente meritato, ma che non è sufficiente a regalare un senso di appagamento stagionale. Bisogna andare avanti.
La Dinamo, sia chiaro, non è una formazione morbida: gode di individualità interessanti e poi queste squadre quando affrontano gli italiani danno sempre qualcosa in più.
Non sarà facile, ci mancherebbe altro, però gli ucraini non sono un ostacolo insormontabile.
Vincere a Kiev avrebbe due risvolti decisivi. Primo: metterebbe la Fiorentina nelle condizioni ideali per preparare al Franchi la partita di ritorno e quindi il passaggio alle semifinali. Secondo: un trionfo consentirebbe ai viola di dimenticare, appunto, Juve e Napoli.
Sì, una sfida delicata adesso pare essere proprio l’ideale per una squadra in cerca della propria anima.
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