P. Iachini: “Ikoné esterno perfetto per Italiano”
di Daniele Taiuti
Gennaio per la Fiorentina è il mese di passaggio, non solo per l’alternarsi delle due fasi di campionato; l’ambizione torna a ripopolare le stanze dirigenziali e lo spogliatoio viola. Essa ha l’immagine della fame vorace di un predestinato come Vlahovic e del talento del neo arrivato, Ikonè. Oltre che dell’altro nuovo acquisto, quel Krzysztof Piatek, bomber alla ricerca del rilancio. Ed aspetta speranzosa, oltre ad altri arrivi, l’ulteriore crescita di Nico Gonzales e la consacrazione di Castrovilli. Di questo e della partita col Genoa, ne parliamo insieme con il doppio ex Pasquale Iachini.
Pasquale Iachini, se l’aspettava questo rendimento della Fiorentina?
“Sinceramente, sì. Ho sempre considerato la Viola un ottimo mix, fra le idee del suo allenatore e il parco calciatori creato dalla società, un’Atalanta meno fisica, che non rinuncia mai a cercare di imporre il suo gioco, anche con avversari più forti, può puntare l’Europa”.
C’è stato un calciatore che, sin qui, l’ha sorpresa e uno che ancora non ha espresso il suo potenziale?
“Ho sempre creduto nel talento di Vlahovic, ma una sua riconferma a questi livelli non me la sarei aspettata. Non mi piace fare paragoni coi calciatori del passato, mi pare però adesso un Batistuta meno potente, ma ha tutto per raggiungere l’ex fuoriclasse argentino. Mi aspetto di più da Castrovilli, un grande talento incompiuto. Gli occorre una maggiore continuità di rendimento e una migliore apertura mentale alle esigenze del calcio moderno, che richiede la qualità abbinata alla polivalenza”.
Vlahovic è già pronto per i grandi palcoscenici internazionali?
“Il tratto distintivo dei campioni è la continuità di rendimento. Chi ambisce ai top club deve possedere tale prerogativa. I mezzi li ha tutti, ma ai miei tempi non bastava un anno fatto benissimo…”
Sono arrivati Ikonè a rafforzare il reparto degli esterni e Piatek per l’attacco, si attende altro dalla dirigenza?
“Il francese si sposa bene con l’orientamento tattico di Italiano, che cerca di trovare sempre sugli esterni lo sfogo alla manovra offensiva delle sue squadre. Piatek ha colmato la lacuna del vice Vlahovic, adesso punterei a trovare un centrocampista più fisico di Torreira, ma dall’eguale qualità nelle due fasi di gioco”.
Ci può dare un giudizio dei due laterali sinistri, Biraghi e Terzic?
“Onestamente Terzic necessita di più verifiche per parlare del suo valore ad alti livelli. A Biraghi, invece, chiedo più coraggio, una maggiore iniziativa personale, oltre a un miglioramento tecnico. Puntare di più l’avversario diretto, cercare il fondo per effettuare dei cross che ogni centravanti invoca. Se non impara a utilizzare il destro non può compiere il salto di qualità”.
La partita col Genoa come si può interpretare?
“Per me non è un incontro come gli altri. Alle due società mi legano ottimi ricordi. In rossoblu si lottava per la salvezza, a Firenze per il prestigio. Il Genoa sta vivendo un periodo delicato e, razionalmente, nella partita non vedo delle fonti di pericolo per la Fiorentina. Però stiamo parlando di calcio, può bastare una punizione oppure un contropiede a decidere una gara. I viola hanno tutte le qualità per imporsi”.
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