Il mercato non è solo un’occasione, ma una inderogabile necessità per la salvezza
Quattro punti dal baratro. La Fiorentina ha 4 lunghezze di vantaggio su Torino e Genoa e una in più sul Crotone, le tre squadre che attualmente occupano gli ultimi posti della graduatoria che, se il campionato finisse oggi, significherebbe serie B. Un margine troppo esiguo che non lascia affatto tranquilli, nonostante l’aggancio a quota 11 punti allo Spezia e l’avvicinamento al Parma, distante adesso appena una lunghezza. Perché i viola non hanno elementi abituati a lottare per la salvezza e non vincono da quasi 2 mesi (l’ultimo successo risale al 25 ottobre scorso contro l’Udinese). Preoccupa molto la classifica, alla vigilia della difficilissima sfida di Torino contro la Juventus di martedì prossimo, e preoccupa ancor di più l’incapacità di creare i presupposti per il gol che, rigori a parte, è ormai diventato una vera e propria chimera (l’ultimo realizzato da Milenkovic in pieno recupero è del 7 dicembre scorso). I numeri ci dicono chiaramente che la Fiorentina di oggi è in grado, al massimo, di pareggiare a causa di una disarmante sterilità offensiva che dipende dalla mancanza di gioco e dall’assenza di un attaccante in grado di concretizzare le pochissime chance da gol prodotte. Il quadro, insomma, resta assai fosco, ma all’orizzonte si staglia la grande occasione dell’apertura del mercato di gennaio. E’, infatti, impensabile restare con l’attuale rosa e la società viola dovrà fare di tutto per garantire a Prandelli almeno un attaccante e un esterno offensivo, se non anche un regista in grado di prendere in mano la squadra. I nomi? Caicedo della Lazio ed El Shaarawy, ex Roma e Milan, prossimo a rientrare dalla Cina, potrebbero fare al caso dei viola. Per il regista potrebbe tornare d’attualità Torreira (ormai emarginato dall’Atletico Madrid). Se poi non si concretizzassero queste trattative occorre comunque dare l’assalto, in tempi brevi, ad alternative di grande sostanza che garantiscano gol, maggiore peso offensivo e attribuiti. Non farlo sarebbe un errore imperdonabile che alzerebbe ulteriormente il già concreto rischio-retrocessione. E retrocedere sarebbe un bagno di sangue economico, oltre che una pesantissima delusione sportiva per Firenze e per i tifosi viola. Dunque spendere oggi significa garantirsi un avvenire lontano dagli inferi della cadetteria, dal quale sarebbe tutt’altro che facile risalire. Giocatori forti nel mondo, disponibili ad accettare Firenze e i soldi di Commisso, ce ne sono certamente, basta andarli a cercare con feroce determinazione. Altrimenti sarà durissimo salvare la pelle con una squadra spenta, mal costruita, con troppi uomini ormai al tramonto della carriera e priva di un’identità di gioco, quale è evidentemente quella attuale.
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