Cinquini: “Conosco Iachini, è un combattente nato. Serve un buon centrocampista”
“Ho avuto Beppe a Firenze da calciatore e so quali caratteristiche incarna. E’ un combattente nato”. A parlare è Oreste Cinquini, dirigente della Fiorentina dal 1994 al 1998: è con lui che Iachini ha vissuto una parte dell’esperienza in viola, prima di farvi ritorno da allenatore e con un compito preciso, risollevare una squadra in concreta difficoltà.
Cinquini, la Fiorentina, vista la prima parte di stagione, è subito intervenuta a inizio mercato con l’acquisto di Patrick Cutrone dal Wolverhampton. Il giocatore è in cerca di consacrazione dopo un 2019 in ribasso…
“Sicuramente è un giovane con una buona esperienza. Pensavo potesse fare meglio in Inghilterra date le caratteristiche fisiche e psicologiche: lotta su ogni pallone e credevo potesse adattarsi al calcio inglese. Sei mesi sono pochi per ambientarsi, è un discorso che possiamo adattare anche alla storia di Pedro a Firenze. Quando un giocatore cambia abitudini e campionato è difficile imporsi immediatamente. L’investimento da 18 milioni di euro per Cutrone lo rende futuribile: è un calciatore con determinate caratteristiche e dovranno cucirgli un modulo ad hoc”.
Ha nominato Pedro, che ha vissuto una prima parte di stagione di importanti difficoltà. Quanto incide per una società la scelta di cedere un calciatore dopo così poco tempo e un investimento notevole?
“Purtroppo, Pedro ha avuto un impatto negativo, forse anche al di fuori del campo: come dicevo, cambiare paese non è facile, anche solo per l’alimentazione e per i metodi di allenamento. Vi mostro un esempio facile: Gabigol in Serie A ha fatto male, mentre in Brasile segna a raffica. I giocatori sono strani, si ambientano oppure no, in alcune squadre fanno sfracelli e in altre deludono”.
Dunque è arrivato Cutrone, mentre è sempre più in crescendo Dusan Vlahovic. I due attaccanti possono coesistere?
“Non lo so. Cutrone, rispetto a Vlahovic, fa la fase difensiva: è un giocatore generoso. Vlahovic, da come lo conosco, è più tecnico e con meno esperienza. Cutrone è sicuramente più pronto, ma il serbo ha un futuro importante e potrà esplodere”.
Non solo attacco: la Fiorentina deve intervenire anche a centrocampo. Ha ceduto Dabo e Cristoforo, la coperta resta corta. Può essere Alfred Duncan il nome giusto?
“Naturalmente è facile dirlo dall’esterno, bisogna essere dentro al Club per conoscere le dinamiche che portano alle varie scelte di mercato. Iachini quando è arrivato ha fatto una scelta: aveva Pulgar e Badelj, ha deciso che poteva giocare solo uno dei due. E anche contro l’Atalanta, in Coppa Italia, ha preferito il cileno. Ha rispolverato Benassi, un calciatore che era mancato. Duncan è un mancino, una dote importante in quella zona del campo. Quando è andato via dall’Inter, credevo potesse fare di più. Si è fermato un attimo nella crescita, ma è uno che lotta”.
Adesso c’è il Genoa, una partita a cui la Fiorentina arriva con ottimi numeri…
“Con Beppe è stata fatta una scelta ponderata. Ora difficilmente la società si troverà invischiata nei bassifondi della classifica: ci sono 3 o 4 squadre che annaspano, possono difficilmente venire fuori. Con un’altra vittoria si configurerebbe un altro tipo di classifica”.
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