Manzuoli: “Finalmente rivedo la vera Fiorentina”
Il dottor Marcello Manzuoli è un pezzo di storia della Fiorentina. Nel 1992 diventa medico ufficiale della società viola, allora di proprietà della famiglia Cecchi Gori, periodo nel quale arrivano i due trionfi in Coppa Italia (1996 e 2001) e in Supercoppa Italiana (1996). Nel corso della sua esperienza gigliata si prende cura di campionissimi come Gabriel Batistuta e Manuel Rui Costa e conclude la collaborazione col club viola nell’agosto del 2002, in seguito al fallimento della società guidata da Vittorio Cecchi Gori. Successivamente segue il tecnico Roberto Mancini alla Lazio, diventando il medico ufficiale della società biancoceleste dove milita l’attuale allenatore Simone Inzaghi. Le sue ulteriori esperienze sportive lo hanno condotto non solo nella vicina Empoli, ma anche all’estero come medico del CSKA Mosca nella quale vive l’emozione di una finale di Coppa Uefa.
Proprio alla vigilia della sfida fra Fiorentina e Lazio, noi del Brivido Sportivo lo abbiamo intervistato nella veste di opinionista, ripercorrendo la sua carriera fra aneddoti del passato e riferimenti al presente.
Dottor Manzuoli, innanzitutto parliamo di lei e delle sue tante esperienze nel campo sportivo, dalla Fiorentina alla Lazio passando per Empoli e CSKA. Che cosa le hanno lasciato?
“Le esperienze nel calcio ti danno molto sia da un punto di vista professionale, nel quale hai un accrescimento continuo, sia dal punto di vista umano. L’esperienza all’estero mi ha anche dato la possibilità di confrontarmi con la realtà della medicina dello sport in altri paesi. Un bagaglio importante”.
Da dove nasce la sua passione per il calcio e per lo sport?
“Fin da bambino. Quando potevo, scappavo subito a giocare con gli amici a pallone, poi era nostra premura pulirle nell’erba le scarpe buone perché all’epoca con quelle non si poteva andare a giocare. Durante il liceo avevo maturato fin da subito l’idea di svolgere la professione di medico dello sport e che Medicina sarebbe stato il mio indirizzo universitario”.
Quale tra le sue tante esperienze ricorda con maggiore affetto?
“Quella con la Fiorentina, la squadra per la quale faccio il tifo. Senza dubbio è stata l’esperienza più bella e la ricordo con un velo di nostalgia e affetto. Con le altre squadre ero molto più distaccato a livello emotivo. Anche se la finale di Coppa Uefa, che ho vissuto con il CSKA, mi ha molto emozionato. Per il resto si è trattato semplicemente di lavoro”.
Da tifoso viola che stagione si aspetta?
“Mi aspetto il meglio. Il cambio di proprietà è stato un passaggio importante grazie al quale si rivede la Fiorentina vera. Se prima si tergiversava, con Commisso è cambiato tutto. Il presidente ha voglia di fare e di fare sul serio e questo fa bene alla città”.
Secondo lei, che ha avuto la fortuna di lavorare nella Fiorentina del grande Batistuta, quanto possono fare la differenza giocatori come Ribery e Chiesa?
“Moltissimo. Perché i giocatori di esperienza e carisma dettano le regole e servono a far capire agli altri come stare in campo e come comportarsi nello spogliatoio”.
Che partita prevede tra Fiorentina e Lazio?
“Se si guardano ai valori delle due squadre, si può dire che oggi possono equivalersi. Negli ultimi anni la Lazio ha ottenuto grandi risultati a Firenze. Stavolta mi auguro che le cose cambino e che sia la Fiorentina a portare via un risultato positivo”.
Da ex medico biancoceleste, come giudica la Lazio di Simone Inzaghi?
“Seguo la Lazio con affetto, sono stato bene a Roma e porto nel cuore le persone con le quali ho collaborato. Sono contento per Inzaghi, uno dei miei giocatori all’epoca. Lui rappresenta la Lazio, è una bandiera. Ha trascorso vent’anni di carriera con la maglia biancoceleste ed è davvero un bravo ragazzo. Gli auguro ogni bene”.
Stadio nuovo o restyling Franchi… da che parte si schiera?
“Innanzitutto credo che la cosa prioritaria sia creare una buona squadra. Poi, se devo scegliere, dico il restyling del Franchi. Sono molto legato a livello affettivo a questo stadio. Sappiamo che ci sono problemi dal punto di vista logistico però, messa a punto questa cosa, credo che Campo di Marte sia la soluzione migliore”.
Ci racconta un aneddoto della sua lunga esperienza in viola?
“Una cosa buffa la posso raccontare: ci piaceva raccontare barzellette ed era nato un gioco tra noi. Ricordo che ci prendevamo in giro. Abbiamo vissuto anni gioiosi”.
Qual è il giocatore viola che le è rimasto più nel cuore?
“Con tutti ho mantenuto un rapporto importante nel tempo. Ci sentiamo sempre e quando hanno bisogno sanno che ci sono. Siamo molto legati affettivamente”.
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