Bruno Neri, il partigiano viola che morì in battaglia
Ha giocato 187 partite con la maglia della Fiorentina. Bruno Neri, colui che passerà alla storia come il calciatore – partigiano, fu acquistato dal club viola nel 1929 per 10mila lire, una cifra molto alta per quei tempi. Proveniva dal Faenza, la squadra della città dove era nato nel 1910. Il suo ruolo era il mediano e, si direbbe oggi, era molto abile nelle due fasi: recuperava i palloni e sapeva impostare bene la manovra. Per questo la Fiorentina decise di affidargli le chiavi della linea mediana del campo. Al suo percorso da atleta in campo, Neri alternava un forte interesse per la cultura, la poesia e l’arte ed era un assiduo frequentatore delle “Giubbe Rosse”. Proprio in quegli anni Neri maturò un forte spirito antifascista, tanto da essere protagonista di un gesto eclatante: il 10 settembre del 1931, nel giorno dell’inaugurazione dello stadio Comunale Giovanni Berta di Firenze (l’odierno Artemio Franchi) fu l’unico giocatore della Fiorentina a non fare il saluto romano durante i cerimoniali. Quel braccio destro tenuto lungo il fianco e non alzato, come il resto dei compagni di squadra, certamente non sfuggi al regime, ma nonostante la sua dichiarata posizione politica, Neri fu pure convocato in Nazionale dal Commissario tecnico Vittorio Pozzo, disputando 3 partite in azzurro, fra il 1936 e il 1937 al fianco di Piola e Meazza. Oltre alla maglia della Fiorentina, vestì anche la casacca della Lucchese e del Torino, disputando complessivamente 219 presenze in serie A, con 2 reti all’attivo. In seguito a vari infortuni è costretto a lasciare l’attività agonistica a soli 30 anni e, dopo una breve parentesi da allenatore, diventa imprenditore fondando una officina nella sua Faenza.
Dopo l’Armistizio del 1943 la scelta di arruolarsi nella Resistenza, diventando un partigiano del battaglione Ravenna conosciuto come “Berni”. Il 10 luglio del 1944, insieme all’amico e giocatore di basket Vittorio Bellenghi, viene sorpreso in avanscoperta dai tedeschi sulla strada tra di Marradi, nei pressi della chiesa di Gamogna, trovando la morte sul campo, con il mitra in braccio.
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