Dai Ramon dai Ramon… tira la bomba!
“Dai Ramon, dai Ramon… tira la bomba!”. Così cantava la Curva Fiesole nel 1986, l’anno in cui l’allora direttore generale Claudio Nassi portò in viola un argentino piccolo e con la faccia da bambino: Ramon Angel Diaz. In serie A era arrivato 4 anni prima, direttamente dal River Plate, dove segnava gol a raffica, tanto da diventare titolare della nazionale albiceleste. A prenderlo era stato Corrado Ferlaino che lo aveva portato a Napoli sull’onda del Mundial 82. Ma la versione del Diaz partenopeo non fu un successo, così “Il Puntero triste” (questo il suo soprannome) fu sdoganato nella vicina Avellino. Lì, in Provincia, Ramon ricominciò a segnare, attirando l’attenzione di una Fiorentina a caccia di un centravanti prolifico. Nassi, pur di soffiarlo alla concorrenza (in particolare al Torino), gli offrì un lauto ingaggio che, poco più tardi, sarà argomento di accesa discussione con il Conte Flavio Pontello, allora proprietario dellasocietà viola. Il rapporto tra Nassi e la Fiorentina s’interruppe mentre Diaz, grazie a un ottimo avvio di campionato, entrò nelle grazie dei tifosi che cominciarono a dedicargli quel coro. Alla fine della stagione le sue reti furono 10, la più importante realizzata proprio alla sua ex squadra, il Napoli di Diego Maradona, destinato a vincere lo Scudetto. Anche nella seconda stagione la partenza fu scintillante e, in coppia con Roberto Baggio, Diaz segnò la rete del vantaggio nella storica vittoria per 2-0 a San Siro contro il Milan di Sacchi e degli olandesi. Ma le prestazioni dell’argentino continuarono in modo altalenante e la Fiorentina non andò oltre l’ottavo posto. Ramon segnò 7 reti (di cui 2 contro il Napoli), risultando comunque il capocannoniere della squadra allenata dallo svedese Sven Goran Eriksson. La Fiorentina scelse di cambiare, puntando su Stefano Borgonovo. E per Diaz, nell’estate del 1988, arrivò la chiamata di Giovanni Trapattoni che lo volle all’Inter, una volta sfumato l’acquisto dell’algerino Rabah Madjer per un problema fisico. Diaz, in nerazzurro, tornò grande protagonista segnando 12 reti e contribuendo allo Scudetto di quella che passerò alla storia come l’Inter dei record. All’ultima giornata, con il tricolore ormai in tasca, la “bomba” la tirò contro la Fiorentina, segnando il gol del vantaggio dell’Inter che vinse per 2-0, costringendo i viola allo spareggio Uefa. Una conferma della sua specialità: il gol dell’ex. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, Diaz ha scelto di fare l’allenatore e, tra i tanti allievi al River Plate ha avuto anche Giovanni Simeone. Uno dei suoi pupilli tanto che ha recentemente dichiarato: “Giovanni è un attaccante nato, con la sua ‘garra’ arriverà a grandi traguardi”. Parola del “Puntero triste”.
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