Meli: “Sogno la 10 e un futuro tutto viola”
Dalla provincia toscana a vestire la maglia viola il passo è stato breve: 18 anni di cui 11 passati a Firenze… e allora gli si può perdonare anche l’innocente passione per l’Inter che aveva da bambino. Marco Meli, nativo di Pontedera, è uno dei talenti più brillanti della Primavera viola. Centrocampista offensivo, oggi impiegato da Mister Bigica anche come mezzala, sogna in grande e, dopo aver partecipato a due ritiri estivi con la Prima Squadra allenata da Stefano Pioli, spera di poter vestire un giorno la maglia viola anche in serie A, magari proprio quella numero 10 che indossa nella Primavera e che è stata di grandissimi campioni, su tutti Giancarlo Antognoni. Del resto lo stesso Pioli non ha mai nascosto la stima nei suoi confronti, definendolo in passato la più bella sorpresa del ritiro. Con lui abbiamo avuto l’opportunità di realizzare una bella intervista esclusiva, tra il suo presente in Primavera e i suoi obiettivi futuri.
Marco Meli, da quando sei arrivato a Firenze, nel lontano 2007, hai bruciato le tappe e hai già respirato l’atmosfera di due ritiri con i più grandi. Un bel percorso per un ragazzo di appena 18 anni…
“Sono alla Fiorentina da undici anni e ho vissuto un percorso bellissimo, fino alla Primavera. Poi andare in ritiro con la prima squadra, per due anni consecutivi, è stata la realizzazione di un sogno. Spero un giorno di avere l’opportunità di scendere sul campo del Franchi con i campioni con i quali ho avuto la fortuna di allenarmi”.
Hai mosso i tuoi primi passi nel Tau Calcio, club di Altopascio. Il direttore generale Antonello Semplicioni ha dichiarato che già a 6-7 anni avevi un innato senso del gioco, tanto che ti mandò subito a giocare con i ragazzi più grandi. Lui ti vedeva come un esterno d’attacco o una seconda punta. Ti riconosci in questa descrizione?
“Sì. Mi riconosco nella sua descrizione. Oggi sto facendo anche la mezzala, ma il mio ruolo naturale, dove mi trovo meglio è quello di punta centrale. Ricordo che nel Tau Calcio arrivai a 100 gol e li contavo ogni volta…”.
Sei nato a Pontedera, dove soprattutto si fa il tifo per Juve, Milan e Inter… Qual era la tua squadra del cuore da bambino?
“Tifavo Inter, poi però crescendo ho dirottato sulla Fiorentina (ride ndr)”.
La tua famiglia ha avuto un ruolo fondamentale nella tua crescita. Quanto è stato importante averla accanto?
“Molto. All’inizio è stato difficile e la mia famiglia nel mio percorso di formazione è stata importantissima. Venendo da Pontedera ogni giorno, dovevo prendere il treno ed era faticoso. Oggi, conclusi gli studi, riesco a focalizzarmi interamente sull’attività di giocatore”.
Vesti la maglia viola dal 2007, sogni di diventare una bandiera?
“Vorrei un giorno poter diventare una bandiera della Fiorentina come lo è stato Antognoni, cercherò sempre di dare il massimo, sperando anche nell’aiuto anche della fortuna, che non guasta mai”.
Quali sono gli obiettivi della Fiorentina Primavera di questa stagione?
“L’obbiettivo è puntare alla prima posizione, non siamo lontani dall’Atalanta e cerchiamo di qualificarci per i play off, in modo da andarcela a giocare alle finali, come l’anno scorso. Siamo una bella squadra, in alcune partite abbiamo perso punti, come contro il Cagliari, ma dalla partita con la Roma abbiamo cambiato passo e adesso vogliamo mantenerlo. Per vincere un titolo, che manca ormai da troppo tempo, bisogna dare quel qualcosa in più che lo scorso anno è mancato nelle finali perse al Viareggio e in quella Scudetto”.
Che rapporto hai con mister Bigica?
“Bigica ci dà sempre consigli giusti, trasmettendoci la cattiveria che serve. Per noi è come se fosse il 12esimo uomo in campo”.
Hai avuto l’opportunità di vivere il ritiro di Moena con la prima squadra. Pioli ha speso parole importanti per te definendoti, due anni fa, “La più bella sorpresa del ritiro”. Ti senti pronto per il salto in prima squadra?
“Io cerco sempre di dare il massimo, spero nella chiamata del Mister e lo ringrazio per le sue parole”.
Si fa un gran parlare di giocatori della Primavera prossimi al lancio in prima squadra. Ci sei tu, ma anche Montiel, poi Vlahovic e Sottil (che hanno già avuto qualche chance). Cosa pensi di loro?
“Sono tutti ottimi ragazzi e ottimi calciatori. I miei compagni lavorano con grande impegno per raggiungere i loro obiettivi”.
Con chi hai legato di più dei giocatori della prima squadra e che consigli ti danno?
“Ho legato con tutti. A Moena ho avuto modo di conoscerli meglio e si è creato subito un buon rapporto e una buona intesa con tutti”.
Parliamo di Davide Astori… Cosa ricordi di lui?
“Lo ricordo in ritiro, giocavamo spesso insieme alla play station, nei momenti liberi. Mi ha sempre dato tanti consigli giusti. Era una persona umile, i suoi comportamenti erano sempre perfetti, non faceva mai niente di sbagliato. Ci diceva che la maglia che indossiamo è speciale e pretendeva sempre che dessimo tutto”.
Tra i diversi numeri di maglia che hai indossato c’è anche il 10. Un numero dal significato speciale, soprattutto a Firenze…
“La maglia numero 10 a Firenze è molto importante e sono felice di averla indossata. È la maglia di Antognoni, con cui ho avuto modo di parlare e di capirne il peso. Lo vediamo spesso al centro sportivo, è una grande presenza. Quest’anno la indossa Pjaca, un grande giocatore. Questo non può che stimolare sempre, spero in futuro di poterla mettere sulle mie spalle”.
Hai da poco esordito in nazionale Under 18. Nelle selezioni azzurre è in atto un cambio generazionale. Aspiri alla nazionale under 21 e, un giorno, anche a quella maggiore?
“Ci penso molto. Rappresentare la nazionale è un’emozione unica, spero di guadagnarmela sul campo”.
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