Esposito: “Avanti con Simeone, ma a gennaio serve un’altra punta”
di Daniele Taiuti
Ha fatto parte di un calcio che, adesso, sembra lontanissimo nel tempo; dove anche i tifosi delle squadre meno blasonate potevano cullare sogni di tricolore, senza essere condizionati in questo da sperequazioni economico-finaziare che, attualmente, caratterizzano il rapporto fra grandi e piccoli club. Salvatore Esposito, detto “Ciccio”, con la mitica Fiorentina ye ye è stato uno dei maggiori protagonisti e testimoni di quel periodo storico. Arrivato giovanissimo a Firenze nel 1962, dopo qualche anno entrò a far parte di un gruppo comprendente calciatori del calibro di De Sisti e Merlo fra gli altri, che nel 1969 regalò alla Fiorentina il secondo scudetto della sua storia. Dopo la sua esperienza in viola ha vestito altre maglie importanti come quella del Napoli, terminando la sua carriera a Empoli nel 1984. Dismessi i panni di calciatore nel 1989 intraprende con buoni risultati la carriera di tecnico, che lo vede protagonista nelle serie inferiori. Facciamo adesso riferimento alle sue sue conoscenze calcistiche per analizzare i temi che tengono banco in casa viola, e per disquisire sul derby ormai alle porte.
Salvatore Esposito, come valuta il momento attuale della Fiorentina?
“E’ un periodo difficile. La squadra, avendo un’età media molto bassa, è soggetta a sbalzi di rendimento. L’unico modo per risalire la china in questi casi è rappresentato dal lavoro, che alla fine paga sempre”.
Da tecnico cosa pensa riguardo agli appunti che la piazza sta muovendo a Pioli?
“Pioli è un buon tecnico, ma le critiche fanno parte del gioco quando i risultati non arrivano. La Fiorentina fino a questo momento ha espresso un buon calcio, ha perso dei punti per strada per cause da imputare in larga parte ai singoli, anzichè a delle carenze organizzative della squadra”.
E’ giusto dare ancora fiducia a Simeone, oppure si rende necessario ricercare delle alternative sia sul mercato sia nell’attuale rosa?
“Visto l’ottimo rendimento della scorsa stagione, il Cholito merita ancora di godere di buona considerazione da parte dell’ambiente. Tuttavia, la Fiorentina necessita senz’altro di un ulteriore centravanti che possa affiancare o sostituire l’attaccante argentino a seconda delle esigenze”.
Cosa deve temere la Fiorentina dell’Empoli?
“Qualsiasi derby nasconde sempre delle insidie. La partita è ampiamente alla portata della squadra gigliata, che però deve diffidare dell’entusiasmo con cui la squadra azzurra approccia solitamente questo match”.
Quali sono i ricordi a lei più cari ripensando ai suoi trascorsi con le due squadre?
“Firenze è casa mia. Sono arrivato in viola nel 1962 grazie a un’intuizione di Egisto Pandolfini e, dopo essere partito dagli Allievi, nel 1969 sono arrivato a vincere uno scudetto storico con una squadra eccezionale. Empoli, una piazza straordinaria per fare calcio, ha rappresentato la parte finale della mia carriera. Anche di questa esperienza conservo ricordi meravigliosi grazie alla vittoria del campionato dell’allora C1 nel 1983”.
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