Pioli contro la “bestia nera” Spalletti
Una sfida piena di intrecci. Da una parte c’è Pioli, che con Spalletti nella Milano nerazzurra ha fatto praticamente staffetta, dall’altra il tecnico toscano da sempre sognato sulla panchina viola ma mai effettivamente contattato per intavolare una trattativa. Di certo c’è che l’ex allenatore di Roma e San Pietroburgo per il tecnico viola è assolutamente una “bestia nera”, uno di quelli che fin qui in carriera non è mai riuscito a battere. Nei sette incroci che si contano, sono arrivate ben sei sconfitte (di cui l’ultima a San Siro alla prima giornata di campionato) e un solo pareggio. La maledizione è iniziata ai tempi in cui Pioli era alla guida tecnica del Parma, tra il 2006 e il 2007: tre successi per Spalletti (4-0, 2-1 e 3-0) e un pari (2-2). Non è andato meglio con la Lazio, con un derby addirittura stravinto dalla Roma. Era il 2016 ed il 4-1 finale è stato una doccia gelata. A castigare l’allenatore emiliano ci pensarono El Shaarawy, Dzeko, Florenzi e Perotti: a niente valse la rete di Parolo per i biancocelesti. Anche la scorsa stagione, il bilancio è stato negativo: Inter-Roma e altra pesante sconfitta, per di più tra le mura di casa, con una doppietta di Nainggolan, la rete di Icardi e il sigillo finale di Perotti. Pioli, tra i tecnico da battere, oltre a Spalletti conta poi Allegri, Conte, Guidolin e Cosmi. Il tecnico di Certaldo, che dal canto suo ha avuto quasi sempre un percorso netto contro la Fiorentina, i pochi dispiaceri li ha accumulati tutti al Franchi: 19 le gare giocate contro la Fiorentina e tre ko, tutti in terra fiorentina, di cui l’ultima il 18 settembre 2016, grazie al gol di Badelj su assist di Tomovic.
Entrambi maniaci della cultura del lavoro, abituati a studiare a fondo l’avversario senza dare niente per scontato, in un girone sono riusciti a dare un’impronta ben precisa alle rispettive squadre. Spalletti ha riportato la sua Inter ai vertici della classifica, al di là degli scivoloni delle ultime settimane, mentre Pioli ha accettato la sfida di ricominciare da zero, con un progetto che come primo step prevede la realizzazione di solide fondamenta. Ha fatto del concetto di ambizione il mantra suo e della squadra, costruendo un ambiente propositivo e compatto. Le cene di gruppo sono diventate un piccolo rituale, un modo per scherzare e divertirsi, ma soprattutto per compattare uno spogliatoio completamente rivoluzionato dal mercato estivo. Ha fatto fin dall’inizio del colloquio con i giocatori uno dei sui principi, chiamando tutti in estate, prima del raduno, e mantenendo un rapporto franco a stagione avviata. I suoi consigli sono diventati per tutti preziosissimi, sul campo e fuori.
Adesso però è anche lui che vuole provare a sfatare un tabù: c’è da provare a battere una big del campionato. Un girone fa quella scesa in campo non era la Fiorentina di oggi, identica sì negli interpreti ma ancora non completamente amalgamata: la storia può davvero essere riscritta. Con cinismo e determinazione.
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