Can Bartù, il Sivori del Bosforo che non aveva voglia di correre
Una storia d’altri tempi: un cestista della nazionale turca che diventa calciatore e che riesce a vestire anche la maglia della nazionale calcistica del suo paese. Questa la storia di Can Bartù, nato a Istanbul il 30 gennaio del 1936, figlio di una famiglia di ricchi petrolieri. La sua passione per lo sport lo porta ad avvicinarsi, con successo, al basket dove eccelle già fin da giovanissimo, poi l’allenatore del Fenerbache lo vede all’opera e gli propone di cimentarsi anche col gioco del pallone. Lui è dubbioso, ma si lascia convincere, scoprendosi una mezzala di gran classe. Tanto è vero che viene convocato presto anche nella nazionale turca del football e la Fiorentina decide di ingaggiarlo, su proposta del tecnico ungherese Hidgekuti, nella stagione 1961-62. Così Can Bartù sbarca a Firenze e sarà il primo giocatore turco della storia viola. La sua classe è notevole, ma la sua propensione al sacrificio è inversamente proporzionale. Lui stesso dichiarò di aver sempre avuto poca voglia di correre. Del cosiddetto “Sivori del Bosforo” si ricorda soprattutto un gran gol al Bologna (allora fortissimo) del grande ex Fulvio Bernardini nel gennaio del 1962, gara giocata e vinta dalla Fiorentina, scesa in campo per l’occasione con la maglia di colore verde. Un lampo isolato, così l’anno dopo fu prestato al Venezia (dove fece 8 reti, giocando la sua miglior stagione italiana) per poi tornare a Firenze, per un’altra stagione con poca gloria. Nel 1964 fu ceduto alla Lazio.
In viola conta 24 partite in serie A e 2 reti. Oggi, ne giorno del suo 81esimo compleanno, noi del Brivido Sportivo gli facciamo tanti auguri.
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