Galli: “A Sousa chiedo identità ed entusiasmo”
La Fiorentina prosegue il suo primo tour de force stagionale ed aspetta il Milan dell’ex Montella. Al Franchi andrà in scena una grande classica del calcio italiano, resa ancora più attesa dal ritorno dell’Aeroplanino a Firenze. Lo scorso anno prevalsero gli applausi per lui, all’epoca alla guida della Sampdoria. La Fiorentina cerca tre punti per risalire la classifica, mentre il Milan vuole il bis consecutivo in trasferta dopo il blitz di Marassi firmato da Bacca nel finale. Questa settimana, Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Giovanni Galli, amatissimo doppio ex di entrambe le squadre e profondo conoscitore delle vicende viola.
Partiamo dall’umore della Fiorentina. Sousa sembra un po’ più disteso negli ultimi giorni…
«A Sousa chiedo solo una cosa, ovvero di ridare alla squadra un’identità precisa e di far ritrovare entusiasmo ai ragazzi, come abbiamo rivisto contro la Roma. Con l’euforia si può trascinare tutto l’ambiente. Poi lui deve fare l’allenatore e deve trovare le soluzioni tecnico-tattiche. Non si può più pensare a chi poteva arrivare ed a chi è andato via. Deve lavorare sulla squadra che ha a disposizione, deve farla crescere e poi tutto il lavoro fatto gli sarà riconosciuto».
Babacar e Bernardeschi stanno vivendo momenti opposti, ma entrambi cercano spazio per emergere definitivamente. Può essere la loro stagione?
«Deve essere la loro stagione, sennò vuol dire che qualcuno ha sbagliato qualcosa. Noi compresi, perché pensavamo di avere qualcosa di importante ed invece non abbiamo nulla. La fiducia noi la possiamo continuare a dare, ma adesso tocca a loro dimostrare il proprio valore in campo».
Analizziamo un po’ la situazione portieri della Fiorentina…
«Tatarusanu lo conosciamo, sono due anni che gioca a Firenze. E’ un portiere che garantisce la sufficienza, ma io non ricordo partite nelle quali ha salvato il risultato e si è preso i titoli dei giornali. Lezzerini, invece, non so che portiere sia. Lo abbiamo visto poco, un’idea precisa non me la sono fatta anche perché quelle volte che è andato in campo può aver pagato l’emozione. E per Dragowski vale lo stesso, anche se credo sia una bella idea per il futuro. Ma stiamo parlando di futuro, appunto».
Con che spirito può andare in porta Tatarusanu, visto che la Fiorentina ha trattato a lungo Costil e Sportiello?
«Non credo che questo sia un problema, lui è rimasto il portiere titolare della Fiorentina e deve fare il suo dovere. Una situazione analoga è successa anche a me quando ero al Milan e si parlava di Zenga. Io sono rimasto ed ho vinto due Coppe dei Campioni… La sfida è soprattutto con se stesso e questo può essere anche uno stimolo in più per fare bene».
E del Milan di Montella cosa dice?
«E’ una squadra triste, poi può vincere o perdere. Di Montella ancora non ha nulla. Si intravede qualcosa solo a sprazzi, anche se l’allenatore sta dando l’anima. Vincenzo è un tecnico preparato, ha sempre fatto bene ovunque sia andato, ma la sfida adesso è molto difficile. La squadra non credo sia stata costruita con giocatori suggeriti da lui e per questo il suo compito è molto più arduo. Inoltre ha raggiunto buoni risultati in piazze più piccole. Al Milan se non vuoi fallire devi almeno arrivare nei primi tre posti. E mi sembra francamente dura, anche se da questa squadra deve tirare fuori qualcosa di buono a tutti i costi».
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