Chiarugi: “Fiorentina, ci vuole più fiducia”
Per avvicinarci al big match di domenica sera contro il Milan siamo andati a trovare un grande giocatore che ha vestito entrambe le maglie: Luciano Chiarugi. Partito per Firenze, all’età di 12 anni, da Ponsacco con una valigetta ricolma di speranza, nella città del Giglio lascia un segno indelebile nei cuori dei tifosi viola, conquistando uno storico Scudetto. Dopo sette anni in gigliato passa al Milan per quattro stagioni, società con la quale non perde l’abitudine alla vittoria, sollevando al cielo la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe. Ma il suo cuore rimane per sempre a Firenze, dove diventa anche allenatore della Primavera viola (con cui vince una Coppa Italia) e, in frangenti difficili, anche tecnico – traghettatore della prima squadra.
Luciano Chiarugi, che Fiorentina sta vedendo?
“Siamo ancora nella fase iniziale della stagione, Sousa credo debba ancora valutare tutto il parco giocatori che Corvino gli ha messo a disposizione. La vittoria sulla Roma ha comunque dimostrato che alcuni dei nuovi innesti si stanno inserendo ottimamente. Aspetto, quest’ultimo, confermato parzialmente anche a Udine. Segno che il tecnico portoghese sta lavorando bene per amalgamare una rosa più numerosa rispetto all’anno scorso”.
E’ soddisfatto del mercato viola?
“La Fiorentina deve guardare anche agli aspetti finanziari che sono fondamentali per andare avanti. Per adesso non posso dare un giudizio definitivo. La tifoseria non è rimasta soddisfatta, ma su certi aspetti, vedi la cessione di Alonso, non si può che essere d’accordo con la società, vista la cifra versata dal Chelsea. La famiglia Della Valle ha fatto muro, trattenendo i big in casa come Borja Valero, Vecino, Kalinic e Badelj. Di questo dobbiamo renderne merito assolutamente. Di richieste per questi giocatori ce ne sono state davvero tante. Se i nuovi non deluderanno le attese, sono convinto che possiamo fare un bel campionato. Ci vuole più fiducia, da parte di tutte le componenti, piazza compresa”.
Cosa pensa di Paulo Sousa?
“E’ un tecnico molto motivato, con buone idee e nello scorso campionato ha tirato fuori davvero un grande lavoro. Invece di fare un fraseggio stucchevole, ha cercato di verticalizzare lo sviluppo del gioco e i risultati sono arrivati. Peccato per quel calo finale”.
Cosa pensa del caso Bernardeschi?
“Il ragazzo non sta passando un momento proprio felice: dopo l’Europeo (nel quale ha giocato poco), forse pensava di essere un titolare fisso della Fiorentina e invece si è trovato tra le seconde linee. Se Sousa non lo vede più di tanto, qualcosa che non va ci deve essere. Federico è un talento straordinario forse, però, dovrebbe metterci ancora più determinazione perché questa stagione sarà per lui fondamentale”.
Da ex rossonero, come valuta il Milan di Montella?
“Il Milan in questo momento mi sembra un cantiere aperto, in tutta la sua struttura. Montella sta cercando di mettere insieme una squadra per far muovere il meccanismo giusto. L’allenatore napoletano ha anche usato parole forti per scuotere i suoi. Penso sia l’uomo giusto per riportare i rossoneri dove non sono più da ormai troppi anni”.
Che emozioni ha provato alla festa dei 90 anni viola?
“Ho rivisto persone che hanno fatto parte della mia vita e con le quali ho condiviso momenti speciali. Per questo ho ringraziato tanto Andrea Della Valle. L’unica cosa che non mi è piaciuta è stata la votazione della top 11: avrei avuto piacere che ci fossero anche giocatori del primo e secondo Scudetto”.
Chiudiamo con si suoi ricordi viola e rossoneri più belli…
“Sono arrivato a Firenze da ragazzino con un sacchettino stracolmo di speranza. Ho iniziato a giocare nelle giovanili con Scagliotti e Baccani, persone fondamentali nella mia formazione. Ho affrontato tutto con responsabilità e consapevolezza. La prima grande gioia è stata vincere il Torneo di Viareggio, poi sono arrivato fino allo Scudetto. Fosse dipeso da me avrei chiuso la mia carriera solo in maglia viola e il mio cuore è sempre rimasto a Firenze. Poi, però, sono stato ceduto al Milan e ho trovato una grandissima società e una grande squadra. Sono stati gli anni della consacrazione e ho raggiunto anche la Nazionale. Dunque non rinnego niente del mio passato”.
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