Sousa contro Montella, sfida al passato
L’unico precedente è datato 3 aprile 2016: Fiorentina-Sampdoria, pari e fischi, con gli unici applausi riservati a lui, Vincenzo Montella, l’allenatore esonerato dopo aver condotto la Fiorentina alla prima finale dell’era Della Valle, in Coppa Italia, ed aver chiuso la sua ultima stagione in Europa convincendo quasi fino alla fine, semifinale contro il Siviglia poi vincitore della competizione. Adesso Paulo Sousa e Vincenzo Montella si ritrovano. Il rossonero, pur non senza soffrire a Genova contro la Samp (il gol annullato a Torreira era regolare e pure il contatto col mediano uruguaiano ad opera di Locatelli odorava di rigore, esattamente come doveva essere indicato il penalty per il fallo su Bonaventura) ha comunque festeggiato i tre punti e adesso è a caccia di conferme. Fin qui, in campionato l’aeroplanino ha messo insieme 195 partite per un totale di 301 punti: 84 le vittorie e 49 i pareggi, ma la media punti più alta, per il momento, resta quella ottenuta con la Fiorentina: 1,80 contro l’1,56 messo insieme a Roma, nelle prime settimane alla guida di un club dopo l’esperienza con le giovanili giallorosse e l’1,50 che fin qui si conta col Milan.
Paulo Sousa, invece, la gran parte delle partite alla guida di una squadra le ha messe insieme all’estero. Rispetto a Montella, lui di titoli ne ha vinti diversi. Il suo palmares conta già due Supercoppe d’Ungheria col Videoton, una Coppa di Lega ungherese (sempre col Videoton), un campionato israeliano col Maccabi Tel Aviv uno scudetto svizzero col Basilea. Contro il Milan taglierà il traguardo delle 300 panchine in carriera, di cui 53 alla guida della Fiorentina tra campionato, Europa e Coppa Italia. Ha centrato, la scorsa stagione, la qualificazione in Europa League, scivolando però al quinto posto in classifica: Montella, nei tre anni sulla panchina viola aveva sempre centrato il quarto, facendo registrare il suo record di vittorie in campionato alla sua prima stagione, quando cioè la Fiorentina era ancora fuori dall’Europa.
Intanto il portoghese ha sfatato in una notte sola qualche tabù: perché ha ritrovato un successo contro la Roma che mancava da quattro anni, ha annullato la lunghissima serie positiva di risultati dei giallorossi che nelle ultime venti gare di campionato, tra la scorsa e l’attuale stagione, avevano messo insieme ben sedici vittorie e quattro pareggi senza mai una battuta d’arresto ed ha mantenuto imbattuto il fortino Franchi anche contro una big (dopo il successo col Chievo). Ha visto la sua squadra ritrovare due vittorie consecutive in Serie A dopo diversi mesi di digiuno (l’ultima volta è stata lo scorso febbraio) e, più di ogni altra cosa, invertire la tendenza contro la squadra di Spalletti: secondo successo per i viola nelle ultime otto gare giocate. Pure la difesa ha tenuto bene: la porta di Tatarusanu è rimasta ancora una volta inviolata, per la terza volta di seguito in gare interne, sommando anche l’ultima partita del passato campionato. E’ vero che la Fiorentina è rimasta con una percentuale di possesso palla più bassa rispetto alla media, ma il cinismo stavolta ha fatto la differenza, oltre alla capacità di contenere le offensive degli avversari. La missione adesso è scritta: continuare a far vibrare il Franchi. Anche contro il passato. Perché l’aeroplanino, stavolta, non può decollare proprio a Firenze.
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