15 ottobre 1972: Antognoni debutta in serie A con la maglia viola
Sono passati 46 anni. Il 15 ottobre 1972 al Marcantonio Bentegodi di Verona, Giancarlo Antognoni scese in campo per la prima volta con la maglia della Fiorentina in serie A. Sulle spalle aveva il numero 8 perché De Sisti era squalificato e Nils Liedholm decise di lanciarlo tra i titolari (consegnando la 10 a Claudio Merlo). Così “Antonio” scese in campo e, da quel giorno, cominciò la lunga epopea gigliata del “Ragazzo che gioca guardando le stelle” che ebbe nel tecnico svedese il suo primo grande e importantissimo maestro. A scoprirlo fu Egisto Pandolfini che convinse il Barone ad accompagnarlo fino ad Asti per vederlo all’opera. Allora il giovanissimo Antognoni era praticamente del Torino che lo aveva girato all’Asti Ma.Co.Bi. Per fargli fare esperienza. Ma Pandolfini, ascoltato il giudizio positivo di Liedholm (“Il ragazzo joga bene, prediamolo!”) convinse il presidente Ugolino Ugolini a staccare l’assegno da 435 milioni di lire, cifra che mise tutti d’accordo, sancendone il trasferimento in viola. All’esordio Antognoni mostrò subito il suo indiscutibile talento, impressionando per personalità, visione di gioco ed eleganza anche il giornalista sportivo più influente di allora, Gianni Brera, che lo descrisse come “Un giovanissimo Rivera”. Il grande radiocronista Sandro Ciotti pronunciò in diretta una frase profetica: “Oggi ho visto esordire un campione”. Il primo gol arrivò il 18 marzo 1973, a sigillare il 3-0 casalingo della Fiorentina sul Cagliari (prossimo avversario dei viola). Firenze lo adottò come un figlio e tutti i tifosi cominciarono ad amarlo incondizionatamente, indicandolo come il simbolo della bellezza della Città nel gioco del calcio. Antognoni, nonostante la corte delle più grandi squadre italiane e anche europee, rimarrà a Firenze per sempre. Vincendo poco o niente (una Coppa Italia nel 1975 e un Torneo Anglo – Italiano, che oggi non esiste più), ma guadagnandosi l’affetto eterno del popolo viola. Con 429 presenze (e 72 reti) è il calciatore che ha vestito la maglia viola il maggior numero di volte in gare ufficiali. I suoi record sono inarrivabili: 341 presenze in serie A, il giocatore con più presenze da capitano e quello con più presenze in Nazionale (73, con 7 reti all’attivo). In azzurro ha vinto il Mondiale del 1982 (pur dovendo saltare la finalissima con la Germania causa infortunio). Proprio gli infortuni sono stati la sua “dannazione” quasi la malasorte lo avesse preso di mira come capro espiatorio della “dannazione” di una maglia, quella viola. Prima la frattura al cranio provocata dall’uscita assassina del portiere del Genoa Martina nel 1981, poi quella di tibia e perone, causata dall’entrata killer del doriano Pellegrini nel 1983. Bordate terrificanti dalle quali “Antonio” si è sempre rialzato perché, come scrisse un giorno la Curva Fiesole: “Niente ti ha distrutto, sei come il sole, risorgi e illumini tutto”.
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