Una Viola leggera leggera

Una Viola leggera leggera

La Viola riesce nell’impresa, non facile, di resuscitare una Lazio sull’orlo di una crisi di nervi e centra, si fa per dire, la sua terza sconfitta nelle ultime quattro partite. Eppure dopo la vittoria contro il Cagliari c’erano concrete speranze che questa squadra potesse fare risultato all’Olimpico, visto anche il disastroso 1 a 4 dei biancocelesti a Verona. Probabilmente la tattica più logica sarebbe stata quella di aggredire fin dall’inizio avversari terrorizzati da una possibile sconfitta, e cercare di colpire il prima possibile. E invece il primo tempo è scivolato via sonnacchioso e leggero come una piuma, con un solo tiro nello specchio della porta di Lazzari, che Terracciano ha respinto in perfetto stile.

Nella ripresa ci si sarebbe aspettato, finalmente, l’arrembaggio della Viola al fortino laziale. E invece viene fuori una bella azione corale dei ragazzi di Sarri, che liberano Pedro sulla fascia sinistra. L’ex Chelsea e Roma prende la mira e fa secco Terracciano con un gran tiro sotto la traversa. Incredibile ma vero, la partita finisce praticamente lì. La Lazio si chiude, ma non disdegna qualche contropiede (non certo trascendentale); la Viola cincischia e non crea praticamente nulla di pericoloso per Reina. Nemmeno la solita pletora delle sostituzioni di Italiano cambia le cose in campo. La Fiorentina non ha attaccanti, a parte Vlahovic, quindi nessun cambiamento sostanziale è possibile per una allenatore che comunque cambia sempre ruolo per ruolo e non prova mai qualcosa di diverso al di fuori del canonico 4-3-3.

Del resto, la formazione iniziale schierata da Italiano aveva di nuovo sorpreso e non poco. Dentro Venuti (forse per coprire di più in fase difensiva?), Castrovilli e Callejon. Fuori Saponara (il migliore contro il Cagliari), Bonaventura (uno dei migliori dall’inizio del torneo) e Odriozola. Tutti giocatori che, poi, sono entrati nella ripresa quando però la frittata era già fatta. In questo momento ci sfugge il perché di tutto questo. Iniziare con la formazione peggiore e finire con la migliore. Sarà la ragione per cui la Fiorentina non pareggia mai?

Ma anche Sarri, mercoledì sera, decide di stupire tutti mettendo in campo Luis Alberto proprio mentre i media parlavano di una violenta litigata fra i due, con il giocatore sicuramente in tribuna e in cessione per gennaio. Insomma, come gestire la rabbia e le tensioni e vincere le partite. Bravo Sarri.

La Viola, invece, di rabbia ne ha fatta vedere ben poca all’Olimpico. La squadra ha trotterellato quasi fosse in pantofole, come a Venezia, e non ha reagito al gol di Pedro. C’è un grosso problema in attacco, con Vlahovic ormai ingabbiato tra i centrali difensivi e le sue crisi esistenziali. Ma la squadra ha anche un altro limite, quello cioè degli esterni, alti e bassi, essenziali per il gioco di Italiano. Giocatori con parecchie lacune. A parte Nico Gonzalez. O a gennaio Commisso mette mano al borsellino oppure la sensazione è che l’allenatore dovrà rivedere qualcosa nel modulo. Sempre che voglia farlo.

Domenica arriva lo Spezia. Partita da vincere, altrimenti all’orizzonte potrebbero materializzarsi i fantasmi della primi crisi stagionale.

Duccio Magnelli

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