Una gigantesca piovra viola

Una gigantesca piovra viola

La felicissima constatazione che possiamo fare vedendo la Fiorentina di oggi è che si è avverato il sogno di Montella, che è poi quello di ogni allenatore di calcio: mandare in campo undici giocatori dando però l’impressione di averne molti di più. Sì, perché la Viola di Milano, di Torino e di Europa League è apparsa una squadra tentacolare, capace di agguantare gli avversari in ogni parte del campo. Una piovra, o meglio una gigantesca seppia pronta a soffocare qualsiasi tentativo dell’altra squadra di giocare. Per poi ripartire accecando gli avversari con getti impetuosi di inchiostro (leggi, le volate di Salah). E la cosa più impressionante è stato rendersi conto che anche cambiando i protagonisti il risultato non è  cambiato. Una squadra padrona di sé e di tutti gli stadi che ha attraversato in questo periodo. Perché, diciamolo, se qualcuno qualche mese fa avesse osato affermare che la Fiorentina avrebbe vinto a Torino con un centrocampo formato da Badelj, Kurtic e Matias Fernandez, sarebbe stato, come minimo, candidato a un T.S.O. psichiatrico. Come… massimo l’avrebbero invece accusato di essere filo-aziendalista e di difendere una campagna acquisti estiva considerata, fino a quel momento, praticamente fallimentare.

Ma siccome (per fortuna!) il calcio è sport volubile e profondamente carogna, siamo qui a dire che Pradè-Macia-Montella hanno fatto davvero un grande lavoro. Che Cuadrado… Cuadrado chi? Che Salah è veramente il Messi delle piramidi e che Giuseppe Rossi può anche curarsi con tutta calma. Tanto di lui per adesso non ce n’è bisogno. Anzi, se tornasse in campo oggi forse non si saprebbe nemmeno dove metterlo.

Scherzi a parte, resta l’impressione che se questa squadra si fosse svegliata un po’ prima (e non avesse buttato punti al Franchi) avrebbe potuto concorrere per lo scudetto (viste la Juve e la Roma dell’ultimo periodo). E restano anche due domande che sicuramente non fanno dormire sonni tranquilli ai tifosi viola. La prima − un rompicapo di difficilissima soluzione − è capire come abbia fatto questa squadra a perdere a Parma. La seconda è sapere chi sia stato incaricato dalla società di avvertire Rosati, il legittimo portiere di riserva, che in Coppa Italia e in campionato avrebbero richiamato Neto. Presunto traditore e praticamente fuori rosa.

Roba da specialisti della comunicazione, ma con il cuore forte. Perché, nonostante il ruolo ingrato, anche i portieri di riserva possono avere un’anima.

 

 

 

Duccio Magnelli

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