Sotterrare l’ascia di guerra e ripartire

Sotterrare l’ascia di guerra e ripartire

Termina con la vittoria del Napoli per 2 a 0 l’ultima di quest’anno al Franchi, alla fine di una settimana extracalcisticamente difficile per la Fiorentina. Partita meno scontata di quanto si potesse pensare all’inizio. Un primo tempo in cui il Napoli ‒ a parte una traversa su punizione di Insigne e un tiro di Zielinski ben parato da Terracciano ‒ non è riuscito a sfondare il muro viola. Iachini aveva presentato la specialità della casa, quel 3-5-2 molto coperto ma pronto a partire in contropiede sfruttando errori di passaggio e di controllo degli avversari. Contro la squadra di Gattuso, però, il gioco riuscito piuttosto bene con Juve e Lazio non ha riscosso grande successo.

Vlahovic è stato ben controllato da Manolas, che gli ha concesso pochissimo. Del resto al serbo viene richiesto molto dal modulo messo in campo dal tecnico viola. Deve proteggere la palla che gli arriva dal rilancio del portiere (e magari prendere punizione). Deve, quando possibile, spizzarla di testa per un compagno. Deve, se gli riesce, partire lui stesso verso l’area oppure, sempre se a quel punto ha ancora fiato sufficiente, andare a concludere. Poi, finita l’azione, deve anche rientrare dietro la linea della palla e difendere. Un po’ troppo, contro una squadra ben strutturata come quella del Napoli. Ribery ha giocato nel complesso una buona partita (meglio nel secondo tempo che nel primo), ma come è logico, non ha avuto la continuità necessaria per supportare al meglio il collega di reparto. E i centrocampisti, in particolare Bonaventura e Castrovilli, erano troppo occupati a difendere e a chiudere per avere anche la forza di ripartire. Alla fine, in avanti, la Viola ha prodotto poco. Oggi però non era una partita né facile né agevole.

Il Napoli è riuscito a sbloccare la gara nella ripresa su rigore, per un’inutile trattenuta di Milenkovic su Rrahmani (l’arbitro, a due metri, ha avuto bisogno del Var per vedere il fallo. Mah…). Poi c’è stato il raddoppio su autogol di Venuti su tiro di Zielinski e un altro palo di Insigne. Tutto questo per dire che la vittoria del Napoli è, alla fine, logica e meritata. Perché la Viola non ha fatto abbastanza per portare a casa qualcosa.

Certo, pesano gli otto gol che i partenopei hanno rifilato alla Fiorentina in due partite. Del resto la Viola quest’anno contro le cosiddette “grandi” ha raccolto ben poco: due vittorie contro Lazio e Juventus, e un pareggio contro gli stessi bianconeri. E questo, alla fine, è forse uno dei lati peggiori della stagione che si sta per concludere. Oltre alle sedici sconfitte complessive e alle sole nove vittorie (senza contare la prossima partita a Crotone, naturalmente). E di questo la società dovrà tener conto in futuro. Analizzare la stagione nel suo complesso, senza fermarsi ai pochi episodi favorevoli e tirare le conclusioni.

Sotterrare l’ascia di guerra e ripartire. Tutti insieme. La Firenze Viola non chiede altro.

Duccio Magnelli

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