Sei gol per preparare il futuro

Sei gol per preparare il futuro

Finisce in goleada Fiorentina-Genoa e la Viola, con i sei gol del Franchi sommati ai cinque del Maradona, cancella definitivamente il disastro di Torino che, a questo punto, viene archiviato come una semplice sbandata dovuta a qualche eccesso natalizio.

Una Viola in grande spolvero, quella di lunedì sera, a cui il rigore sbagliato da Vlahovic sullo zero a zero (tirato con una sufficienza davvero eccessiva e quasi fastidiosa) non ha creato problemi di nessun tipo. Anzi, la squadra ha sembrato prendere vigore dall’errore del centravanti e ha cominciato a snocciolare il suo gioco, fatto di sovrapposizioni continue, di aperture trancianti, di pressing ossessivo, di lanci millimetrici che, in poco tempo, hanno disintegrato la già flebile resistenza del Genoa (che, a questo punto, diventa di diritto, la peggior squadra della serie A). Il primo tempo, finito tre a zero, ha dimostrato, con i gol di Odriozola, Bonaventura e Biraghi, che la Viola sta provando a scrollarsi di dosso la gol-dipendenza dal suo numero nove. Vero che il serbo nel secondo tempo ha segnato una grande rete con un pallonetto che ha scavalcato Sirigu, ma la sensazione è che questa squadra stia cominciando a studiare e perfezionare meccanismi sempre più sofisticati per non trovarsi impreparata al dopo Vlahovic (che potrebbe anche non essere così lontano). Alla fine, oltre alla doppietta di Biraghi, uscito fra gli applausi scroscianti (roba da stropicciarsi gli occhi pensando all’anno scorso), è arrivato poi anche il gol di testa di Torreira, per rendere questa serata francamente indimenticabile. Non solo per la Viola, ma anche per il Genoa che, in estate, aveva forse pensato che bastasse comprare un buon portiere per fare una difesa. Il povero Sirigu non merita tutto questo. Ma una squadra che al terzo allenatore cambiato perde per sei a zero è, con ogni probabilità, arrivata al capolinea. Se poi sarà in grado di ripartire è tutto da vedere.

Le pagelle sono inutili. Un sette di stima a tutti, Vlahovic compreso nonostante il rigore tirato in maniera francamente incomprensibile. L’edificio tirato su da Italiano sembra sempre più solido, visto che anche giocatori che sembravano persi ora brillano di luce propria. Per questo anche eventuali partenze eccellenti adesso fanno meno paura. The show must go on, direbbe qualcuno. Senza voltarsi indietro.

Duccio Magnelli

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