Rogora: “Oggi manca umiltà e le mezze tacche si sentono già dei campioni”

Rogora: “Oggi manca umiltà e le mezze tacche si sentono già dei campioni”

La Fiorentina non vince al Franchi, in campionato, dal derby toscano del 16 dicembre… Quattro mesi e mezzo, una vita nel calcio. Da allora, sei pareggi e tre sconfitte. In attesa di archiviare una stagione che si è rivelata fallimentare da tutti i punti di vista, i ragazzi di Montella devono onorare la maglia viola e tornare a festeggiare davanti ai propri tifosi: sulla loro strada però ci sarà il Milan, a caccia di punti europei. Per parlare dell’annata dei gigliati e non solo, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Bernardo Rogora, terzino della Fiorentina campione d’Italia nel 1969 in occasione del 50esimo anniversario di quella fantastica cavalcata tricolore.

Rogora, quanto soffre nel vedere la Fiorentina così in basso in classifica?

«Ah, è una tristezza indicibile! Quest’anno è una Fiorentina senza determinazione, con poco cuore e attaccamento ai nostri colori… fa veramente dispiacere. In alcune partite ho visto una buona Viola, ma troppo spesso ci sono state prestazioni bruttissime. Sa cosa manca a questa squadra? Qualcuno che prenda i giocatori e li attacchi al muro, uno ad uno. Potessi tornerei e ci penserei io: questi ragazzi devono mettersi in testa che giocano per la Fiorentina, che rappresentano Firenze. Mi sembra non si rendano conto dell’onore che hanno».

A suo parere quali sono le ragioni di questo rendimento?

«È una e sono tante, da fuori è impossibile dirlo. Certo è che nella rosa della Fiorentina non ci sono campioni, non c’è nessuno in grado di risolvere la partita. Ai miei tempi avevamo De Sisti, Maraschi, Merlo, Chiarugi… oggi dobbiamo affidarci a Chiesa e Muriel, ma non hanno la continuità per tirare la carretta. Inoltre, lo spogliatoio vive di equilibri sottili, basta poco per spaccarlo. Ad esempio, ancora non mi spiego cosa sia successo con Pioli: perché si è dimesso? Cosa è accaduto? Sono cose che sanno solo coloro che vivono all’interno dello spogliatoio».

Ha citato l’allenatore, le piace Vincenzo Montella?

«È un bravo ragazzo, un buon tecnico. Mi sembra ovvio che non abbia a disposizione giocatori adatti all’idea di calcio che ha in mente. Spero che la società lo soddisfi nel mercato estivo, altrimenti è inutile aver ingaggiato un mister di qualità».

Una parte consistente di tifoseria vorrebbe che i fratelli Della Valle vendessero la società: cosa ne pensa?

«Ho una sola domanda: cosa vogliono fare i Della Valle a Firenze? Lo chiedo perché ancora non sono riuscito a capirlo. Imprenditori bravi e importanti come loro dovrebbero portare ancora più in alto il nome della Fiorentina e della città, dovrebbero correre per vincere, non galleggiare come stanno facendo ormai da anni. Nella mia esperienza in riva all’Arno avevamo un grande presidente, Nello Baglini: per lui veniva prima la Fiorentina e poi la sua ditta. I tempi sono cambiati, me ne rendo conto, ma a Firenze servirebbe un Baglini!».

A proposito della sua esperienza in viola, vede dei paralleli con questa Fiorentina?

«Direi proprio di no. È cambiato il calcio, ma anche i giocatori e il modo in cui si tifa per la propria squadra. Inoltre, adesso a diciotto/venti anni delle mezze seghe pensano di essere fenomeni. Ai miei tempi c’era umiltà e voglia di imparare, predisposizione al sacrificio e spirito di squadra. Non mi faccia pensare al calcio che era per favore, mi viene il mal di stomaco».

Questa sera al Franchi arriva il Milan, che gara dobbiamo aspettarci?

«Per me è quasi un derby, dato che vivo in mezzo a strisciati. È una partita che apparentemente ha poco da dire per la Fiorentina, ma in realtà i viola devono far di tutto per vincere: quattro mesi e mezzo senza vincere di fronte al proprio pubblico è qualcosa di incredibile. Non sarà facile, perché il Milan ha ancora ambizioni europee e non ci starà a perdere punti. Sarà un match equilibrato».

In conclusione, una battuta su Federico Chiesa: pensa resterà a Firenze almeno un’altra stagione?

«Chiesa è un bel giocatore, ma non ha quella determinazione che aveva Chiarugi, per fare un esempio. Tante volte lo vedo poco deciso in situazioni in cui potrebbe fare decisamente meglio. Questo per dire che il talento c’è, ma deve ancora migliorare sotto alcuni aspetti. Non so se resterà, ma non mi ricordo una sua intervista in cui dice che vuole restare a tutti i costi alla Fiorentina. Le faccio un altro parallelo col passato: Picchio De Sisti ad un certo punto era richiesto da tutte le big, sarebbe potuto andare ovunque, ma disse chiaramente “Da Firenze non mi muovo!”. [sospira, ndr] Ma mi rendo conto che stiamo parlando di un altro calcio, forse anche di un altro giocatore… Un saluto e sempre forza viola!».

Giacomo Cialdi

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