Urge la salvezza, poi un futuro migliore

Urge la salvezza, poi un futuro migliore

La stagione 2020-2021 della Fiorentina raccontata in novanta minuti. Quelli del Dall’Ara di domenica, quelli di un derby dell’Appennino tra due, per adesso, nobili decadute. Novanta minuti in cui si sono evidenziati pregi e difetti della Viola in un’annata calcistica che non si decide a concludersi.

Pregi, pochissimi, che si possono riassumere in due nomi: Vlahovic e Bonaventura. Il centravanti serbo, l’uomo decisivo di quasi tutte le partite, senza il quale la Fiorentina (forse) sarebbe già retrocessa. A Bologna segna due gol di cui uno su rigore ‒ ma i rigori bisogna anche saperli tirare, e lui li tira parecchio bene ‒ e uno di rapina, sfruttando un errore della difesa avversaria su calcio d’angolo di Pulgar (tra le poche cose che il cileno sa fare). Il numero nove Viola è arrivato alla ragguardevole cifra di 19 reti e urge rinnovare il suo contratto (ammesso che lui sia d’accordo). E poi Giacomo Bonaventura, detto confidenzialmente Jack, autore del gol del momentaneo 2 a 1 per la Fiorentina, giocatore intelligente e tecnicamente molto bravo, qualità difficili da trovare insieme nel calcio di oggi.

Finiti i pregi la partita, terminata con un 3 a 3 per chi ancora non lo sapesse, ha mostrato tutto il peggio della Viola di quest’anno. Innanzitutto la difesa, che è riuscita nella “magia” di far segnare tre gol a Rodrigo Palacio, argentino quasi quarantenne che in campionato non segnava da settembre, e che così diventa il più vecchio giocatore autore di una tripletta in serie A. Una difesa squinternata (la Fiorentina prende gol da undici partite consecutive) che oggi, per decisione tecnica, mancava del suo uomo secondo noi migliore, quel Martinez Quarta che l’allenatore, per ragioni misteriose, sembra proprio non vedere. Una difesa però “aiutata”, nella sua dabbenaggine, da un centrocampo che non è riuscito a fermare l’azione di Emanuel Vignato, ventenne di grandi speranze messo in campo da un coraggioso Mihailovic, autore di tutti e tre gli assist a Palacio. E non solo, perché bravo anche a recuperare su Vlahovic lanciato a rete nel finale. Insomma, se il primo assist può essere scusabile, gli altri due no. Uno dei centrocampisti doveva fermare Vignato, con le buone o con le cattive, e impedirgli di esprimere ulteriormente il suo talento calcistica e di fare ulteriori danni.

La Fiorentina a Bologna è stata tre volte in vantaggio e tre volte si è fatta rimontare, giocando contro una squadra decimata da infortuni e squalifiche. Un mezzo disastro calcistico, che necessariamente chiama in causa anche il tecnico Iachini, dimostratosi ancora una volta incapace di dare una svolta alla gara. Vero che la Viola non ha una panchina particolarmente ricca, ma talvolta bisogna anche avere il coraggio di provare a cambiare il corso della partita. Togliere Biraghi per Igor, Bonaventura per Castrovilli (secondo noi Jack doveva restare in campo,) e Ribery per Koaume, significa non avere quel colpo di genio fondamentale per uscire da un immutabile e intoccabile 3-5-2. Per esempio, un centrocampo a quattro oppure un Callejon largo sulla fascia (anche per provare a capire come sta lo spagnolo). Giusto per confondere un po’ le idee a un tecnico come Mihalovic che, invece, le idee sembra averle parecchio chiare.

E allora, il tempo passa e la Fiorentina rimane sempre lì. E i progetti restano in standby. Attenzione, perché i tecnici e i giocatori bravi potrebbero stufarsi di aspettare. Quindi, urge salvezza matematica. Altrimenti, il futuro potrebbe rimanere solo un’ipotesi.

Duccio Magnelli

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