Meglio secondi che ladri! Lo slogan del Brivido che ha fatto epoca

Meglio secondi che ladri! Lo slogan del Brivido che ha fatto epoca

16 maggio 1982. Quel giorno svanì il sogno della Fiorentina di conquistare il terzo Scudetto e s’interruppe un magico ciclo che aveva visto festeggiare il tricolore viola ogni 13 anni (1956-1969… 1982). Da allora di anni ne sono passati 36, ma Firenze non ha mai dimenticato quella clamorosa ingiustizia che ancora oggi grida vendetta. Un sogno infranto dall’arroganza del potere juventino che, grazie a clamorosi favori arbitrali, riuscì ad aggiudicarsi il titolo con un solo punto di vantaggio sui gigliati.
La storia è nota e, ogni qual volta viola e bianconeri si affronteranno sul campo, noi del Brivido Sportivo saremo qui a ripercorrerla, anche perché dai soprusi subiti in quella giornata, nella giovane e spregiudicata redazione del Brivido Sportivo, nacque lo slogan-simbolo della tifoseria viola: “Meglio secondi che ladri!”.
L
a Fiorentina giocava a Cagliari, la Juventus a Catanzaro. Le due squadre erano appaiate all’ultima giornata di campionato, in testa alla classifica. Ai gigliati venne annullato un gol regolarissimo di Ciccio Graziani dall’arbitro Mattei di Macerata che vide (solo lui) un’inesistente carica sul portiere Corti da parte di Daniel Bertoni (in realtà l’argentino venne spinto contro l’estremo dei sardi da un giocatore del Cagliari). Contemporaneamente la Juventus venne omaggiata dall’arbitro Pieri di Genova che non fischiò un rigore per il Catanzaro, per evidente gomitata in piena area di Brio su Borghi. Rigore che, senza tentennamenti, assegnò poi ai bianconeri per un (netto) fallo di mano di Celestini su conclusione di Fanna. Brady (che era già stato fatto fuori dalla Juventus per far largo a Platini e Boniek) spiazzò il portiere Zaninelli e fu il trionfo dell’ingiustizia. La Fiorentina non andrà mai più così vicina al titolo nella sua storia recente. All’interno della redazione del Brivido Sportivo, allora diretto da Paolo Melani, nel corso di una concitata riunione, nacque il motto “Meglio Secondi che ladri!”. Poi stampato in migliaia di adesivi che si diffusero in città a macchia d’olio e che ancora oggi rappresenta il prototipo dello spirito ironico dei fiorentini.
Ma quello non fu l’unico 16 maggio “nero” della storia viola: nella stessa data del 1990, infatti, la Fiorentina disputò la finale di ritorno di Coppa Uefa. L’avversario era lo stesso, la Juventus. I viola furono costretti dalla Uefa a giocare sul “neutro” di Avellino (in realtà noto feudo di tifosi bianconeri) a causa della squalifica del proprio campo per l’invasione di un innocuo ragazzino, nel corso della semifinale di ritorno con il Werder Brema. Nel match d’andata , grazie all’aiuto dell’arbitro spagnolo Soriano Aladren (nomem omen) la Juventus aveva fatto man bassa, vincendo 3-1, e segnando un gol palesemente irregolare con Casiraghi (la sua goffa spinta su Celeste Pin andò in Eurovisione). Così la squadra gigliata, allenata, ironia della sorte, proprio da Ciccio Graziani (colui che 8 anni prima aveva segnato quel gol a Cagliari ingiustamente annullato), non andò oltre lo 0-0 e la Coppa finì nelle solite mani avversarie. Firenze ne uscì per l’ennesima volta beffata ferita, ma camminerà sempre a testa alta, fedele al suo motto, ideato dal nostro giornale in quel lontano, ma indimenticabile, 16 maggio 1982: “Meglio secondi che ladri!”.

Tommaso Borghini

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