Malesani, una stagione ad alta tensione

Malesani, una stagione ad alta tensione

Fu accolto con un po’ di scetticismo Alberto Malesani al suo arrivo a Firenze nell’estate del 1997. Aveva 43 anni il tecnico veronese che veniva dal Chievo in serie B e che in serie A non aveva mai allenato. Aveva portato la squadra della sua città per la prima volta tra i cadetti con una storica promozione nel 1993/94 e poi l’aveva guidata per tre stagioni in serie B (nel 1996/97 portò il Chievo al settimo posto). Malesani, tuttavia, in una piazza non semplice come Firenze conquistò tutti sin dalla prima partita di campionato al Friuli con l’Udinese. In svantaggio per 2-1 fino a due minuti dalla fine, la Fiorentina ribaltò il risultato grazie a una tripletta di Batistuta. La corsa di Malesani in maglietta e pantaloncini corti (era comunque il 31 agosto) sotto la curva viola per esultare insieme ai tifosi è un’immagine entrata a far parte della storia della Fiorentina. La squadra di Malesani giocava bene e divertiva. E all’esordio al Franchi con il Bari vinse per 3-1. Poi, però, qualcosa si inceppò. I viola persero tre partite di fila e anche Kanchelskis, che aveva iniziato bene la stagione, per un infortunio a Milano con l’Inter. La squadra, comunque, si riprese anche se nel girone d’andata vinceva poco. Intanto, però, cominciarono a deteriorarsi i suoi rapporti con il presidente Vittorio Cecchi Gori, che reclamava un maggiore impiego di Robbiati. Poi a gennaio arrivò anche Edmundo e il suo inserimento non fu semplice (il brasiliano segnò 4 reti in 9 partite). Comunque alla fine la Fiorentina disputò un buon campionato, piazzandosi al quinto posto alla pari con il Parma ed entrando in Coppa Uefa. Furono decisive le ultime tre partite nelle quali i viola conquistarono altrettante vittorie. Soprattutto la squadra di Malesani giocò bene e con grande personalità anche lontano dal Franchi, dove ottenne sette successi. Oltre che a Udine, la Fiorentina vinse a Vicenza per 5-1, a Brescia per 3-1, a San Siro con il Milan per 2-0, a Bari per 1-0, a Parma per 2-1 (quel giorno con una partita scintillante, e grazie ai gol di Edmundo e Rui Costa, Malesani conquistò la famiglia Tanzi, proprietaria del club emiliano) e all’Olimpico con la Lazio per 4-1. Tra le perle di quell’annata va ricordato il successo con la Juve al Franchi per 3-0 con gol di Firicano, Oliveira e Robbiati. La nota negativa? L’eliminazione in semifinale di Coppa Italia con la Juve con due pareggi, all’andata al Franchi per 2-2 (dopo che la Fiorentina era stata in vantaggio per 2-0) e al ritorno a Torino per 0-0 con troppe riserve in campo. Comunque a fine stagione, nonostante il calcio champagne mostrato dalla squadra viola, il presidente Vittorio Cecchi Gori non rinnovò il contratto a Malesani che andò al Parma, dove avrebbe vinto una Coppa Italia, una Coppa Uefa e una Supercoppa italiana. Al suo posto a Firenze arrivò Giovanni Trapattoni. Per la Fiorentina iniziava un nuovo ciclo.

Ruben Lopes Pegna

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