L’ira di De Zerbi e il grande sonno viola

L’ira di De Zerbi e il grande sonno viola

Il primo tempo di Sassuolo-Fiorentina di sabato scorso sembrava una partita di fine stagione. Per gli emiliani. Ritmi blandi, seconde linee in campo, poca grinta. Tanto che anche la Fiorentina spenta e remissiva di questo periodo, era riuscita ad andare in vantaggio con Bonaventura (forse il migliore, alla fine) su assist di Ribery e a creare qualche altra occasione da gol (non sfruttata e questo peserà tantissimo nel finale). Insomma il Sassuolo e De Zerbi sembravano aver deciso, per ragioni loro, di regalare la prima parte della gara alla squadra di Iachini. E alla fine dei 45 minuti c’era molta fiducia tra le file dei tifosi viola, perché non sembrava così difficile portare a casa un buon risultato. Sarebbe bastato far scorrere il tempo, tenendo palla e provando a mettere paura, ogni tanto, agli avversari con qualche contropiede mirato e ben orchestrato da Ribery, Vlahovic e i due centrocampisti incursori, Bonaventura e Castrovilli.

Peccato che il tecnico viola e i suoi giocatori non avessero fatto i conti con la rabbia di De Zerbi, che non sarà simpaticissimo (e questo ci importa poco, per noi è un ottimo allenatore) ma che non ci sta a perdere nemmeno a boccette. Così nella ripresa il Sassuolo si presenta in campo con Defrel e Berardi, due che ora a Firenze giocherebbero titolari sempre e comunque. La Fiorentina risponde con i soliti dell’inizio. Del resto la panchina viola offre talmente poco che è inutile cambiare quando si è in vantaggio. Bisogna solo sperare nel detto “squadra che vince non si cambia”.

I primi minuti della ripresa, però, danno segnali che la partita ha cambiato registro e intensità. D’altra parte fra Sassuolo e Fiorentina ci sono 14 punti di differenza e in qualche modo devono venir fuori. Il pareggio infatti non tarda ad arrivare. Lancio per Berardi, che lascia sul posto i due centrali viola (chissà perché Martinez Quarta era in panchina), uscita alla disperata di Dragowski e rigore quasi inevitabile. Segna lo stesso Berardi all’incrocio. Passano tre minuti e questa volta è Pezzella a mettere giù sciaguratamente Raspadori in piena area. Ancora Berardi dal dischetto fa secco Dragowski, questa volta rasoterra. Partita finita? No. L’ennesima giornata infernale della Fiorentina si conclude solo a un quarto d’ora dal termine, con Maxime Lopez che colpisce dal limite su una ribattuta corta, anzi cortissima della difesa.

Finisce così 3 a 1, al Mapei Stadium, con la Viola non pervenuta nel secondo tempo. La partita è stata decisa dall’atteggiamento degli avversari. La Fiorentina è stata poco più che una spettatrice e ha fatto quello che gli avversari le hanno permesso di fare. Nel primo tempo c’era in campo un brutto Sassuolo ed è venuto il gol e qualche altra occasione. Nella ripresa la Viola è scomparsa, incapace di adeguarsi e di controbattere all’accelerazione che De Zerbi aveva dato mettendo in campo i pezzi da novanta (nel finale è entrato anche Locatelli). Insomma, la squadra gigliata ha dimostrato, ancora una volta, una totale mancanza di personalità e di carattere. Nei titolari e nei panchinari. Con questi ultimi che dimostrano sempre più che certe campagne acquisti fallimentari rimangono un mistero. Un mistero insolubile, ormai.

Commisso era in tribuna. La Viola non gli sarà sicuramente piaciuta, ma del resto è quella che lui ha voluto, in panchina e in campo. Adesso silenzio stampa e ritiro fino a martedì, giorno della partita con il Verona. Altra squadra che, secondo gli addetti ai lavori, dovrebbe essere ormai appagata, come il Sassuolo. Attenzione, però. Mai fare arrabbiare allenatori come De Zerbi e Juric. Perché in qualche modo, prima o poi, te la fanno pagare.

Duccio Magnelli

Articoli Correlati

I commenti sono chiusi.