Le paure del dopo Vlahovic

Le paure del dopo Vlahovic

Dicono, dopo la partita con la Lazio, che Commisso abbia mandato qualcuno a Torino a trattare il riacquisto di Vlahovic. Una fake, naturalmente, ma chissà se il presidente dall’America non ci abbia per un attimo pensato.

Il disastro, calcistico ha messo a nudo, infatti, le difficoltà di una squadra che, improvvisamente, si è ritrovata orfana della sua punta di diamante. Inutile girarci intorno e dire che la Viola avrebbe perso anche con il serbo. Innanzitutto, non c’è controprova. E poi di tutte le sconfitte patite quest’anno, e non sono poche, questa è di sicuro la peggiore, quella in cui la squadra avversaria si è dimostrata di un livello parecchio superiore (quella di Torino fu un black out ancora non spiegabile, immediatamente controbilanciato dal 5-2 di Napoli). Perché anche nel primo tempo, che apparentemente è sembrato abbastanza equilibrato, la Lazio ha avuto diverse occasioni per segnare. E solo la bravura di Terracciano e l’imprecisione di Immobile e compagni hanno fatto finire il tempo sullo 0 a 0. Chi si ciba di calcio aveva però già capito che se la Fiorentina continuava a lasciare agli avversari le praterie del primo tempo, la ripresa sarebbe potuto diventare complicata.

E così è stato. Prima Milinkovic Savic, otto gol e otto assist in stagione, ha messo dentro su assist di Zaccagni (bel giocatore, l’ex Verona). Poi Immobile ha raddoppiato su un rilancio del portiere, sfruttando le amnesie preoccupanti della difesa viola, in particolare di Nastasic (anche se lasciare lmmobile uno contro uno e il nulla alle spalle è un suicidio tattico). Poi lo stesso Immobile ha messo in condizione un disperato Biraghi di segnare un autogol che ha messo fine a qualsiasi speranza di rimonta (ammesso che fosse possibile una rimonta, vista la preoccupante carenza di tiri in porta decenti da parte della Viola). I tre gol hanno avuto tutti la stessa caratteristica: sono venuti da scorribande laziali nel campo troppo aperto lasciato dalla Fiorentina. E questo chiama in causa centrocampo e difesa ma non solo. Anche l’attacco, che ha faticato terribilmente a tenere palla e a far salire la squadra. Logico che Cabral debba imparare i movimenti tattici, ma il dubbio è capire se il brasiliano possa fare quello che faceva Vlahovic. Che, ricordiamo, non solo segnava.

Certo, in tutto questo, bisogna dare grandi meriti alla Lazio, che Sarri sta incominciando a plasmare al suo credo. Una squadra equilibratissima, perfettamente bilanciata fra difesa e attacco, con un Milinkovic Savic tuttofare di un’altra categoria e un Immobile, come al solito, capace di sfruttare qualsiasi pertugio si apra nella difesa avversaria. Insomma, la Lazio di stasera sembra molto cresciuta rispetto a quella di qualche settimana fa, molto più solida e, soprattutto, consapevole della sua forza.

Le pagelle ci dicono che nella Fiorentina il voto positivo se lo meritano solo Sottil e Terracciano, nonostante i tre gol subiti. Il resto è da rimandare a settembre. Torreira ha giocato la sua peggior partita, conclusa con una stupida espulsione, ma forse non è tutta colpa sua, visto il Covid guarito da poco. Ma siccome Pulgar, unica alternativa, è stato misteriosamente ceduto…

Male anche Bonaventura e Duncan, ma il confronto con il centrocampo della Lazio è stato davvero impietoso. La difesa ha sofferto terribilmente e solo Milenkovic, oltre al portiere, nel primo tempo, ha dato segni di vita. In avanti, volenteroso Cabral, suo l’unico pericolo alla porta laziale con un colpo di testa troppo centrale, mentre Callejon ha dimostrato che gli anni passano per tutti. Ikoné e Gonzalez, entrati durante la gara, non hanno cambiato nulla di una partita già incanalata non certo bene per la Viola (secondo noi l’ex Lille non è un esterno ma un centrocampista). Entra anche Piatek, al posto di Cabral. Noi li avremmo provati insieme, anche perché, opinione personale, qualcuno dovrà prendersi l’onere di riempire il vuoto preoccupante di gol lasciato dal serbo. Calcolando, con preoccupazione, che dietro c’è Biraghi con 4 reti.

Adesso, c’è la partita di giovedì a Bergamo per la Coppa Italia. Le batterie vanno ricaricate alla svelta perché la partita potrebbe essere fondamentale per la stagione. Speriamo di vedere un’altra Fiorentina. Non dovrebbe essere difficile.

Duccio Magnelli

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