La maglia viola del Signor Freud

La maglia viola del Signor Freud

Quando c’era Prandelli si diceva che la Fiorentina era forte con le piccole e debole con le grandi. Atteggiamento, del resto, abbastanza usuale nel quasi novantennio di storia della società. Ultimamente però Montella era riuscito a far vedere che qualcosa stava cambiando. Le vittorie all’Olimpico, allo Juventus Stadium e a San Siro avevano fatto pensare a una possibile inversione di rotta. Una Fiorentina solida e vincente anche negli stadi fino a quel momento proibiti avrebbe potuto davvero far sognare i suoi tifosi. Il risveglio è stato brusco e improvviso. I tremendi rovesci a Napoli, a Roma con la Lazio e in Coppa Italia contro la Juventus sembravano, comunque, solo un ritorno alla “normalità”. Ma il dramma, calcistico, si è consumato quando la Viola ha cominciato a perdere anche con le piccole e le piccolissime. La sconfitta di Parma è passata abbastanza indolore, assorbita dalle vittorie successive. I disastri con Verona e Cagliari, tra l’altro avvenuti al Franchi, hanno avuto, invece, un sapore amarissimo. Sconfitte incomprensibili, da qualunque parti si guardino. Non certo figlie del turnover e nemmeno della stanchezza fisica. Montella ha rigirato la squadra in tutti i modi, mettendo in campo le terze, le quarte e le quinte linee con pessimi risultati. Unico raggio di sole: le due partite di Europa League con la Dinamo. Naturalmente i soliti maligni, sempre all’erta, hanno immediatamente rialzato la testa. Stai a vedere che questi hanno mollato il campionato per dedicarsi anima e corpo alla coppa, visto anche che con la vittoria finale, oltre ad alzare un trofeo, conquistano pure la qualificazione Champions? Fanno meno fatica che a lottare per il terzo posto in campionato, che tra l’altro porta solo ai preliminari della maggior competizione europea. Insomma, con un colpo solo si centrerebbero due obbiettivi.

Noi ottimisti abbiamo un’altra spiegazione che mette in campo la psicoanalisi, Freud e l’inconscio. L’idea è che i giocatori si siano inconsciamente (appunto) votati anima e corpo all’Europa, vista l’impossibilità di giocare su tre fronti. E visto anche che l’obbiettivo europeo è il più stimolante, il più attraente e il più difficile. Insomma, il più entusiasmante.

Se abbiamo ragione lo sapremo presto. Ma siamo quasi certi che dal profondo della loro coscienza i giocatori viola abbiano deciso di fare a pugni con l’Europa. E di provare a metterla KO… con l’aiuto di Freud, naturalmente.

Siviglia, stiamo arrivando!

 

Duccio Magnelli

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