“San Nikola l’austero” e quel segno del 3 atteso da 13 mesi

“San Nikola l’austero” e quel segno del 3 atteso da 13 mesi

Quel segno del tre fatto con la mano destra , con l’indice e il pollice che si toccano e le altre dita protese. Il segno della tripletta che asfaltò l’Inter a San Siro, esattamente 13 mesi or sono. Nikola Kalinic si è finalmente  ripetuto, un anno e un mese dopo (27 settembre del 2015 – 23 ottobre 2016) stavolta sul terreno di gioco del Sant’Elia di Cagliari. Tre reti che, unite alla doppietta di un redivivo Bernardeschi, hanno portato in dote una vittoria senz’altro meno nobile, ma molto importante per il futuro di una Fiorentina che il gol lampo del cagliaritano Di Gennaro sembrava aver fatto precipitare nell’abisso. E invece è stato proprio il croato a ribaltare il destino della partita e, forse, della stagione viola, spazzando via le critiche di coloro che lo dipingevano come un attaccante generoso, sì, ma con le polveri ormai irrimediabilmente bagnate. Lo ha fatto con l’austera semplicità che lo contraddistingue sia in campo che fuori, senza lasciarsi andare in sfrenati festeggiamenti, quasi si trattasse di una cosa normale.
La doppietta di Liberec in Europa League era stata solo un gustoso aperitivo perché in Sardegna Kalinic ha messo in
  mostra il meglio del suo repertorio: prima la rete, sul filo del fuorigioco, che è valsa il pareggio. Poi l’assist col contagiri per il vantaggio di Bernardeschi. Ancora pochi minuti e, dopo il secondo acuto del giovane italiano, è arrivato pure un insospettabile destro al giro dal limite, con cui ha mandato in crisi d’identità il malcapitato Storari. Per chiudere con il colpo di testa micidiale della ripresa, su cross di Tello. Bagliori di classe accecante che, uniti al solito moto perpetuo e alla innata capacità di disimpegnarsi alla perfezione su tutto il fronte d’attacco, lo hanno riconsegnato agli onori della cronaca. Così tutta l’Italia calcistica si è nuovamente accorta di questo centravanti, arrivato dal freddo di Dnipropetrovsk a fari spenti, per un pugno di milioni. Un giocatore sottovalutato che, adesso, sembra anche aver superato la sua fase di appannamento. A lui Paulo Sousa, e tutta la Fiorentina, si aggrappano per tentare la rimonta che potrebbe permettere ai viola di tornare in alto, all’inseguimento dell’Europa.
Perché se Kalinic continuerà a segnare a raffica, allora i gigliati potrebbero prendersi una bella rivincita nei confronti di chi li aveva, frettolosamente,  già destinati a una stagione anonima. Ma non c’è tempo da perdere: mercoledì notte si va di nuovo in campo, contro il Crotone, e i miracoli di “San Nikola l’austero” servono ancora come il pane.

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Tommaso Borghini

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