Galli, le mani del terzo Scudetto

Galli, le mani del terzo Scudetto

La sua qualità migliore è sempre stata il senso della posizione. Giovanni Galli non amava dare spettacolo per la platea. Il suo modo di stare in porta era asciutto, pragmatico ed efficace. Inutile tuffarsi, se non ce n’era bisogno. Meglio piazzarsi nel punto giusto e raccogliere il pallone senza troppi svolazzi per i fotografi. Forse anche per questo lo notò Carletto Mazzone, uno che di pragmatismo è sempre stato maestro. Era la stagione 1977-78, il tecnico romano aveva bisogno di qualcuno che avvicendasse il fin troppo esperto Pietro Carmignani. Galli, che il portiere aveva iniziato a farlo per caso nella sua Pisa perché nessuno ne voleva sapere di mettersi in porta, aveva appena 19 anni, ma all’allenatore viola piaceva quel suo modo concreto di interpretare il ruolo. Così, alla prima occasione, lo gettò nella mischia: il 23 ottobre 1977, a Torino contro la Juventus, i viola erano sotto per 3-1 a fine primo tempo. Mazzone si girò verso di lui e gli disse: “Preparati, nella ripresa tocca a te!”. Giovanni giocò il secondo tempo con il cuore in gola e ne prese altri due (la partita si concluse 5-1 per i bianconeri). Alla domenica successiva tornò in panchina, ma dal 27 novembre in poi conquistò la maglia da titolare che non si sfilerà più di dosso, dando inizio alla sua epopea in viola. Tra alti e bassi, la sua carriera alla Fiorentina raggiunse l’apice nella stagione 1981-82 quando la bellissima squadra di Giancarlo De Sisti sfiorò lo Scudetto, beffata dalla Juventus all’ultima giornata e, soprattutto, da una serie di torti arbitrali che le scipparono di mano un tricolore strameritato sul campo. Inutile rivangare il gol annullato a Cagliari a “Ciccio” Graziani o il mancato rigore per il Catanzaro contro la Juve all’ultima giornata. Bastano le 4 parole con cui il Brivido Sportivo ha segnato un’epoca: “Meglio Secondi che ladri!”.
Nel 1982 Galli fece anche la sua prima esperienza in Nazionale, prendendo parte all’indimenticabile spedizione dei Mondiali di Spagna… Campione del Mondo, senza scendere mai in campo, ma con la certezza di essere l’erede designato di Dino Zoff. L’esordio in Nazionale arrivò il 5 ottobre del 1983 in un’amichevole contro la Grecia che sancì il passaggio del testimone con il portiere bianconero.
Alla Fiorentina non andrà mai più così vicino allo Scudetto, ma sarà protagonista di altre ottime stagioni, come quella del terzo posto del 1983-84. Poi, dopo 259 gare in maglia viola, alla vigilia del Mondiale di Messico 1986, con i Pontello in versione smobilitazione, il trasferimento al Milan dove vincerà tutto quello che c’era da vincere. Peccato per quell’errore al Mondiale sul tiro beffardo di Diego Maradona. Una macchia che gli toglierà la Nazionale, ma che non influirà sulla sua strepitosa carriera: Scudetto, Coppe dei Campioni fino all’approdo al Napoli di quel Maradona che lo aveva punito nella rassegna iridata messicana. In azzurro vinse subito una Coppa Italia, ma i partenopei erano in declino e nel 1993 si accasò al Torino, giocando sempre da titolare. Infine l’ultimo trofeo da giocatore, conquistato a Parma, dove disputò 10 partite e vinse la Coppa Uefa. Prima di appendere i guanti al chiodo il tempo per il debutto in serie B, a difendere i pali della Lucchese. L’inizio della nuova carriera da dirigente fu funestato dalla tragedia della morte del figlio Niccolò, grande promessa del calcio italiano. “Nicco” non giocava in porta, ma era un difensore di enormi prospettive, deceduto a soli 17 anni a Bologna, mentre tornava col motorino da un allenamento con i rossoblù. Un dolore infinito che Galli riuscì a sopportare attraverso l’attività della sua Fondazione, dedicata alla memoria del figlio e continuando il suo lavoro che lo portò a fare anche il dirigente della Fiorentina, negli anni del post fallimento e della rinascita con i Della Valle. Anche dietro la scrivania si dimostrò un fuoriclasse, soprattutto quando c’era da individuare giovani talenti di grandi potenzialità. Poi la sua vivace intelligenza lo ha portato sugli schermi delle tv, come apprezzatissimo opinionista e anche in politica, nella sua Firenze. Sempre circondato dall’affetto della sua bellissima famiglia, se possibile ancora più forte oggi (29 aprile) nel giorno del suo 61esimo compleanno (è nato a Pisa nel 1958). E allora tanti auguri Giovanni, anche dalla redazione di quel Brivido Sportivo che, per tanto tempo, ha raccontato la tua storia.

Tommaso Borghini

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