Fascetti: “Lazio molto forte, ma la Viola è maturata”

Fascetti: “Lazio molto forte, ma la Viola è maturata”

Roma, sponda Lazio, l’ha vissuta due volte, prima da calciatore e poi da allenatore, centrando anche la promozione in Serie A. Poi Firenze, nel 2002, a cavallo del fallimento: fu lui l’ultimo tecnico dell’era Cecchi Gori, per pochi giorni, prima che il club fosse travolto dal fallimento. Guidò una porzione di ritiro estivo che si rivelò inutile, restando con il rimpianto fiorentino, come ci ha raccontato. Di questo e di Fiorentina-Lazio ci ha parlato Eugenio Fascetti, viareggino doc, uno dei tecnici più esperti del calcio italiano con  un curriculum di 12 panchine e 5 promozioni in serie A.

Eugenio Fascetti, Fiorentina è rinata dopo la tragedia…

“Purtroppo, diciamo così, la squadra si è ritrovata in seguito alla tragedia di Davide Astori. Sta maturando, è un’altra Viola però rispetto a prima. Sfortunatamente anche a me è accaduta questa vicenda: durante la mia esperienza a Lecce, morirono due calciatori. Anche noi migliorammo il rendimento”.

Come deve comportarsi un allenatore in questi casi? Pioli è stato bravissimo nel primo mese.

“A noi accadde di venerdì, il sabato giocavamo e volevamo farlo: il Varese accettò. Ci fu un pubblico meraviglioso. Fu una scelta. Ogni spogliatoio reagisce diversamente a certe disgrazie. Pioli può dire qualsiasi parola, ma ognuno vive i lutti a modo proprio. Il mio gruppo reagì bene”.

Passiamo alla Lazio: in campionato è incontenibile fin dall’inizio, anche se dovrà assorbire la clamorosa eliminazione europea…

“È una bella squadra, sta facendo bene. La partita in Austria credo sia solo un brutto incidente di percorso. Dispone di elementi di spessore, specialmente a centrocampo. Mi aspettavo che disputasse un’ottima stagione, ma non così. Forse il miglior calcio d’Italia lo gioca il Napoli: nel caso dei partenopei, però, dico che alla fine bisogna anche vincere”.

I biancocelesti hanno Immobile, i viola Simeone. Chi sta meglio?

“La Lazio ha Immobile ma non solo: Felipe Anderson, Luis Alberto, e i centrocampisti bravi a segnare. Specialmente Milinkovic-Savic, una brutta gatta da pelare. Simeone, invece, sta facendo bene: è un ragazzo d’avvenire, spreca tante energie. Però non è un centravanti puro. Sarà una bella sfida tra loro, ma soprattutto una gara aperta tra due squadre tra le più in forma del campionato. Prevedo spettacolo”.

Entrambe le piazze hanno velleità europee: Champions League per Roma ed Europa League per Firenze. Ce la faranno?

“Per la Lazio è difficile, ha davanti due squadre molto forti in questa lotta: la Roma e l’Inter. È difficile ma, da ex, mi auguro che riesca a raggiungere la qualificazione. La Fiorentina è in bagarre: si equivale con le avversarie, Sampdoria e Atalanta. Per me andranno entrambe in Europa”.

Da allenatore ad allenatore: Inzaghi è un grande tecnico?

“Aspettiamo a definirlo tale, se perde tre partite poi diventa subito un ‘brocco’. Ha delle idee, fa giocare bene, ma aspettiamo a dire che è grande allenatore. Ne deve passare di acqua sotto i ponti. Gli manca l’esperienza”.

Chiudiamo con l’amarcord: un ricordo legato alle due esperienze?

“A Firenze, in una notte nacque una nuova società. Siamo stati con il dubbio, allenandoci un mese senza sapere niente. Poi arrivarono i Della Valle e tutto venne stravolto. Sicuramente un rimpianto, ci siamo divertiti in quel ritiro estivo. A Roma ho bei ricordi, sono stato bene, sia da giocatore che da allenatore”.

Giacomo Brunetti

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